La giustizia ha emesso una sentenza di tre anni nei confronti di Salvatore Cafiero, un maestro di kung fu di 50 anni, arrestato la scorsa primavera per una serie di reati tra cui violenza sessuale, esercizio abusivo della professione medica e traffico di farmaci vietati.
La condanna è stata basata sul riconoscimento di uno dei tre episodi di violenza sessuale contestati. In particolare, Cafiero è stato giudicato colpevole di aver palpeggiato una delle sue allieve durante una delle frequenti serate a base di sesso e alcol che si svolgevano presso la sua abitazione.
Difeso dall’avvocato Vittorio Tria, Cafiero ha ammesso l’episodio, attribuendolo a un fraintendimento. Inoltre, ha confessato di praticare l’agopuntura senza possedere il titolo necessario per farlo.
Il maestro di kung fu, proprietario di un’accademia nella zona industriale di Brescia, è stato condannato anche a versare 10mila euro alla sua vittima a titolo di risarcimento. Il Tribunale ha riconosciuto il danno subito dalla donna e ha stabilito questa somma come forma di compensazione per il trauma causato.
La sentenza sottolinea l’importanza della tutela delle vittime di abusi e conferma il principio che nessuno, indipendentemente dalla sua posizione sociale o professionale, è al di sopra della legge. La condanna di Cafiero invia un chiaro messaggio sulla responsabilità e sulla necessità di garantire ambienti sicuri, specialmente in contesti come le palestre, dove la fiducia e il rispetto reciproco dovrebbero essere prioritari.