Sicurezza stradale a Brescia: da Lamarmora a Chiesanuova in arrivo le “Zone 30”

Scopri come Brescia sta trasformando la sua viabilità per garantire la sicurezza stradale a 30 chilometri all'ora, proteggendo i pedoni

Brescia sta compiendo passi significativi nella direzione della sicurezza stradale, con un ambizioso progetto di implementazione delle cosiddette «zone 30». Queste aree a limitazione di velocità a 30 chilometri all’ora sono state istituite in varie parti della città negli ultimi anni, ma ora si sta accelerando il processo, portando la sicurezza stradale a un nuovo livello.

Nel 2025, quattro quartieri di Brescia si uniranno alla rete di viabilità a 30 chilometri all’ora: Don Bosco, Lamarmora, Chiesanuova e Porta Milano. Questi quartieri si uniranno ai già esistenti, come il centro storico, creando un ambiente più sicuro per i pedoni, gli studenti, e chiunque si sposti dalla casa al lavoro.

L’obiettivo del Comune di Brescia è anche quello di estendere queste zone sicure al Villaggio Badia e alla zona di viale Piave, ampliando ulteriormente la rete di sicurezza stradale.

L’esperienza ventennale del Comune in questo settore dimostra l’impegno a lungo termine verso la sicurezza stradale. Il vicesindaco e assessore alla Mobilità, Federico Manzoni, ha spiegato: «Abbiamo iniziato vent’anni fa. La giunta Martinazzoli era partita dal centro storico, poi si è passati ai quartieri che avevano una configurazione che rendeva più facile realizzare una zona 30, come Fornaci su cui intervenne la Giunta Corsini».

Tuttavia, la creazione di una zona 30 va oltre la semplice installazione di un cartello. Servono investimenti significativi per trasformare un’area in una zona sicura a 30 chilometri all’ora. Questi investimenti comprendono la rimozione di barriere architettoniche, la creazione di attraversamenti pedonali rialzati, la ristrutturazione dei parcheggi, la creazione di aree verdi al posto del cemento, l’installazione di illuminazione dedicata e molto altro. Tutti questi interventi sono finalizzati a cambiare la mentalità degli automobilisti, scoraggiando comportamenti pericolosi e rendendo le strade più sicure per tutti.

Nonostante i benefici evidenti delle zone 30 per la sicurezza stradale, ci sono state alcune critiche. Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha definito poco ragionevoli le città con limitazioni di velocità a 30 chilometri all’ora, come Bologna. Tuttavia, il vice sindaco Manzoni ha risposto: «Le zone 30 non sono un vizio ma una misura innovativa che produce effetti: essere investiti a 50 all’ora è come cadere dal terzo piano di un palazzo: si rischia la vita. A 20 chilometri in meno, si cade dal primo: ci si salva».

Brescia sta investendo anche in infrastrutture scolastiche e viabilità per sostenere questa iniziativa. L’1,8 milioni di euro del bando regionale Sus saranno utilizzati per trasformare la Bettinzoli di Don Bosco in un moderno polo scolastico. Parte di queste risorse verranno anche impiegate per migliorare la viabilità nelle zone a 30 chilometri all’ora.

Complessivamente, il Comune di Brescia sta investendo 2 milioni di euro nei quattro quartieri in fase progettuale. Questo si aggiunge ai fondi destinati a Fiumicello, al Primo Maggio, al villaggio Prealpino, a San Polo, a Caionvico, al Violino, a Fornaci, e a via Maggi. Questi investimenti mirano a creare una rete completa di zone sicure a 30 chilometri all’ora in tutta la città.

Nonostante l’entusiasmo per questa iniziativa, non sono previsti autovelox per il controllo della velocità nelle zone a 30 chilometri all’ora. Tuttavia, il Comune sta cercando di implementare più strumenti di controllo fisso della velocità nelle aree urbane, al fine di garantire la sicurezza stradale senza scopi di lucro.

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