La stagione venatoria 2023 si è conclusa il 31 gennaio con un bilancio che ha confermato la strenua lotta contro l’invasione di cinghiali nell’Alto Garda bresciano. Questa stagione, aperta in novembre con il metodo della braccata nella fascia bassa collinare del Parco, ha visto un totale di 426 cinghiali abbattuti, risultato in linea con quello dell’anno precedente. La zona di intervento copre i Comuni di Salò, Gardone Riviera, Toscolano Maderno, Gargnano, Tignale, Tremosine, Limone, Valvestino e Magasa.
Nel 2022, il numero di cinghiali abbattuti è stato di 459, di cui 265 durante le battute con i cani e 194 in modalità di selezione, senza l’ausilio dei cani. Nel 2023, la cifra è scesa leggermente, ma rimane comunque significativa. L’ufficio agricolo della Comunità Montana Parco a Villa di Gargnano ha condotto un’analisi dettagliata dei dati. “I numeri sono inferiori alle previsioni del Piano abbattimenti, che prevedeva 400 cinghiali abbattuti con il metodo della braccata e 250 in modalità di selezione“, ha dichiarato l’ufficio. Tuttavia, la media degli ultimi cinque anni, con 491 catture, è in linea con gli obiettivi, dimostrando l’efficacia degli sforzi compiuti.
Ma quando ha iniziato questa invasione di cinghiali nell’Alto Garda bresciano? “Dagli albori nel 1994 al 2004, periodo in cui il fenomeno ha avuto una recrudescenza, si contavano ad ogni stagione una quindicina di esemplari abbattuti“, spiega l’ufficio agricolo. “Poi a partire dal 2004, le catture sono progressivamente aumentate, e dal 2007, il numero dei cinghiali uccisi non è mai sceso sotto le tre cifre“.
Le zone più colpite dalle battute di caccia sono la fascia sud del parco, tra i comuni di Gardone Riviera e Gargnano, dove sono stati abbattuti 181 animali, e la zona a nord di Gargnano fino a Limone, con altri 130 esemplari catturati. Complessivamente, sono state effettuate 22 uscite di caccia, con una media di 14 animali prelevati ad ogni battuta, coinvolgendo 130 cacciatori.
La proliferazione dei cinghiali sta causando gravi problemi agli agricoltori, al territorio e all’ambiente. Le segnalazioni e gli incontri ravvicinati con questi animali sono diventati sempre più frequenti, con danni evidenti alle colture, agli orti e ai pascoli. La stima dei danni è difficile da quantificare, ma la Regione prevede ora indennizzi solo per le aziende agricole. Nel corso dell’anno passato, sono pervenute diverse richieste di recinzioni elettrificate agli uffici competenti, dimostrando la necessità di trovare soluzioni efficaci per gestire questa invasione di cinghiali nell’Alto Garda bresciano.