Brescia si appresta a vivere una svolta nella gestione della sicurezza urbana. Tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, il Daspo urbano verrà ufficialmente integrato nel Regolamento di polizia della città. Questa misura, annunciata dalla sindaca Laura Castelletti e sostenuta dall’assessore alla Sicurezza Valter Muchetti, mira a contrastare determinati comportamenti illeciti, concentrando l’attenzione su aree specifiche, escludendo esplicitamente le piazze e privilegiando invece i parchi come principali “zone rosse”.
Le limitazioni e gli obiettivi del Daspo urbano
Contrariamente a quanto sostenuto dall’opposizione, il Daspo urbano non si propone come una soluzione onnicomprensiva ai problemi di sicurezza. Valter Muchetti ha infatti chiarito che il provvedimento ha un raggio d’azione piuttosto limitato, sia in termini di reati contemplati sia riguardo alle aree di applicazione. Il Daspo urbano punta a contrastare specificatamente il commercio abusivo, gli atti contrari alla decenza, l’ubriachezza molesta e l’accattonaggio molesto.
L’assessore Muchetti ha evidenziato come il Daspo urbano non debba essere considerato una panacea per tutti i mali, ma piuttosto un’arma mirata contro comportamenti indesiderati in luoghi specifici, lasciando intendere che le aspettative di una sua efficacia debbano essere calibrate in base a questi parametri.
In conclusione, il Daspo urbano rappresenta per Brescia un passo importante verso un approccio di sicurezza più mirato e specifico. Anche se le sue applicazioni sono circoscritte e non risolvono ogni problema di sicurezza, l’introduzione di queste “zone rosse” segna un impegno significativo della città nella lotta contro determinate forme di illecito, dimostrando la volontà di creare un ambiente urbano più sicuro e vivibile per tutti i cittadini.