L’area del Lago d’Iseo è diventata il teatro di un’importante missione di ricerca idrogeologica. Speleologi e subacquei, sotto la guida del Progetto Sebino, stanno conducendo indagini approfondite per identificare e mappare le sorgenti di acqua potabile nei fondali del lago. Il loro obiettivo è scoprire le preziose riserve d’acqua, spesso definite come l'”oro blu”, nascoste nei passaggi subacquei del bacino.
Una ricerca basata sulla scienza
Le operazioni di tracciamento, iniziate a febbraio con il nome di “Buco nell’Acqua”, si fondano su solide evidenze scientifiche. I ricercatori si concentrano su un sistema di gallerie acquifere che si estendono dal territorio di Tavernola Bergamasca fino alle sponde bresciane. Questi studi hanno già permesso di delineare una rete di corsi d’acqua sotterranei, contribuendo significativamente alla comprensione del ciclo idrico dell’area.
Il complesso idrogeologico di Sebino Occidentale, che include il sistema Bueno Fonteno – Nueva Vida, è riconosciuto come uno dei principali canali di alimentazione delle acque del lago. Le ricerche in questa zona potrebbero rivelare fonti di acqua di fondamentale importanza per le comunità locali.
Un impegno continuativo e multidisciplinare
Il team di Progetto Sebino vanta quasi vent’anni di esperienza nell’esplorazione e monitoraggio dei corsi d’acqua sotterranei. Con oltre 35 chilometri di sviluppo mappato, la loro esperienza è inestimabile nella ricerca di nuove sorgenti. La squadra include anche subacquei esperti e docenti universitari come Marco Pilotti e Fabio Gatti, che offrono un sostegno scientifico essenziale al progetto.
Le recenti immersioni hanno coperto diverse quote di profondità lungo il litorale, con l’uso di tecnologie avanzate come i ROV (robot sottomarini) per esaminare aree che raggiungono i 25 metri di profondità. Questi sforzi iniziali sono vitali per determinare la presenza e la posizione delle sorgenti nascoste.