Ciclabile del Garda: luci e ombre della pianificazione territoriale

La Ciclabile del Garda è un esempio emblematico delle sfide legate alla pianificazione territoriale sostenibile.

La Ciclabile del Garda è un progetto ambizioso ma controverso. Da una parte, promette di diventare un paradiso per ciclisti, dall’altra è criticata per i costi lievitati e l’impatto ambientale. Luca Rinaldi, sovrintendente alle Belle Arti e al Paesaggio delle province di Brescia e Bergamo, ha allargato il dibattito oltre la pista ciclabile, evidenziando la necessità di una pianificazione territoriale più sostenibile, soprattutto nelle aree rivierasche del lago di Garda.

Luca Rinaldi lancia un allarme agli amministratori pubblici, vecchi e nuovi, per frenare la proliferazione edilizia che ha già arrecato gravi danni al paesaggio. L’architetto, a capo dell’ente di via Gezio Calini, pone il lago di Garda come esempio delle storture edilizie legate al turismo, ma sottolinea che la problematica riguarda l’intero territorio provinciale. La sfida, secondo Rinaldi, è trovare un equilibrio tra sviluppo e tutela del territorio.

Stato attuale dei lavori

I lavori per il tratto meridionale della ciclovia del Garda sono iniziati, ma ci sono ancora molte autorizzazioni in sospeso. La pista è attualmente autorizzata solo fino al Grand Hotel di Gardone. Le proteste delle associazioni e l’intervento della Soprintendenza hanno portato a un ripensamento da parte di Comuni e albergatori. Tuttavia, il tratto trentino della ciclovia continua, con effetti considerati devastanti da Rinaldi. La mancanza di contrappesi efficaci da parte degli uffici di tutela statali nelle aree autonome è un problema. In Veneto, invece, la vigilanza della Soprintendenza di Verona ha garantito una maggiore tutela del litorale, in particolare a Punta San Vigilio.

Una battaglia contro l’edilizia illogica

Rinaldi ha sempre criticato la ciclovia del Garda come un’opera illogica e insostenibile. Ora, la sua attenzione si sposta su altri obiettivi, come il depuratore e l’opzione zero nel consumo di suolo dei Comuni rivieraschi. La revisione degli strumenti urbanistici è fondamentale per i Comuni del medio e alto lago, dove devono sparire gli ultimi piani di edilizia turistica e di seconde case. Alcuni recenti varianti di PGT, come quelle di Toscolano e Tremosine, vanno in questa direzione. Anche per gli alberghi e le strutture ricettive, si recuperano ormai ruderi ed edifici dismessi, come a Fornico, Cisano e Punta Grò di Sirmione. L’obiettivo è garantire la casa ai residenti senza drogare il mercato immobiliare a favore dei turisti tedeschi e tirolesi.

Sensibilità ambientale e calcoli economici

La sensibilità ambientale tra gli amministratori sta lentamente cambiando, ma non sempre per una maggiore attenzione all’ambiente e al paesaggio. Spesso, si tratta di un calcolo economico sulla sostenibilità di certi tipi di sviluppo. Tuttavia, molti di coloro che hanno contribuito a snaturare il territorio negli ultimi vent’anni sono ancora attivi. La Soprintendenza continua a fare il suo lavoro di tutela, compensando l’inerzia della Regione, che in quarant’anni non ha ancora approvato un Piano paesaggistico copianificato col ministero. Anche il Parco dell’Alto Garda, l’Autorità di bacino e alcune commissioni del Paesaggio svolgono un ruolo importante, ma con i Comuni il lavoro è più complesso.

Progetti impattanti in arrivo

Alcuni progetti non si sono fermati, come la Casa di comunità di Salò, che ha subito un redesign significativo dopo le critiche. In alto lago, si stanno valutando progetti come il maxi parcheggio di Limone da 500 posti auto e nuove proposte per Campione. Questi progetti, spesso poco discussi, possono avere un impatto notevole sul paesaggio.

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