Il Daspo urbano, recentemente approvato nel nuovo Regolamento di polizia urbana di Brescia, ha scatenato un acceso dibattito politico tra amministrazione, minoranza e Prefettura. Le accuse e le difese si alternano in un clima di tensione e incomprensione.
Cosa è accaduto
L’attacco di Sinistra Italiana Luca Trentini, segretario provinciale di Sinistra Italiana, ha accusato la Prefettura di Brescia e il governo Meloni di aver influenzato l’adozione del Daspo urbano. Secondo Trentini, tale decisione risponderebbe a pressioni indebite da parte della Prefettura e del governo, spingendo Sinistra Italiana a coinvolgere i propri parlamentari per interrogare il ministro Piantedosi su queste possibili ingerenze.
La risposta della Prefettura Il prefetto Maria Rosaria Laganà ha prontamente risposto alle accuse tramite una nota ufficiale, chiarendo che né la Prefettura né il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica (Cosp) avevano motivi di interesse o competenze specifiche per influenzare l’adozione del nuovo Regolamento. La Prefettura ha sottolineato che la decisione è stata presa autonomamente dall’Amministrazione comunale.
L’accusa del centrodestra in Loggia Due giorni dopo, il centrodestra in Loggia ha criticato il silenzio della sindaca Laura Castelletti riguardo le polemiche sollevate da Sinistra Italiana. Difendendo Prefettura e Questura, i consiglieri comunali di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e lista civica Fabio Rolfi sindaco hanno espresso fiducia nelle istituzioni e denunciato un presunto caos amministrativo causato dalla Giunta comunale. Hanno accusato la sindaca di non prendere le distanze dagli attacchi ideologici provenienti dalla sua maggioranza e di danneggiare l’immagine della città a livello nazionale.
La posizione della sindaca Castelletti La sindaca Laura Castelletti ha risposto alle critiche spiegando ufficialmente la sua posizione e quella della Giunta. Ha affermato che il Daspo urbano è stato adottato come misura per migliorare la sicurezza cittadina, negando qualsiasi condizionamento esterno. Castelletti ha rivendicato la decisione come propria e della sua coalizione, sostenendo che il provvedimento non ha valenza politica o ideologica, ma rappresenta un ulteriore strumento di sicurezza.
Collaborazione e obiettivi comuni La sindaca ha inoltre sottolineato che il dialogo con Prefettura e Questura è stato guidato dal rispetto reciproco e dalla logica della collaborazione, con l’obiettivo comune di migliorare la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini. Ha ricordato che il Daspo urbano è stato adottato anche in altre 70 città italiane, sia di centrosinistra che di centrodestra.
Conclusione La vicenda del Daspo urbano sembra destinata a rimanere al centro del dibattito politico bresciano. Nonostante le spiegazioni della sindaca e la difesa delle istituzioni, le tensioni tra le varie parti politiche continuano a influenzare il clima cittadino.