Scarcerazione di Manjot Kumar: il caso del delitto di via Milano continua a svilupparsi

Dopo l'esecuzione di due arresti, un ordine del giudice delle indagini preliminari (GIP) ha portato alla scarcerazione di Manjot Kumar, un 33enne originario dell'India

Il caso del delitto di Natale avvenuto in via Milano continua a evolversi, con nuovi sviluppi che stanno modificando la lista dei presunti responsabili. Dopo l’esecuzione di due arresti, un ordine del giudice delle indagini preliminari (GIP) ha portato alla scarcerazione di Manjot Kumar, un 33enne originario dell’India, precedentemente detenuto con l’accusa di aver partecipato all’omicidio di Ranjit Singh.

La scarcerazione di Manjot Kumar è avvenuta grazie alle dichiarazioni di quattro coindagati, i quali hanno ammesso il loro coinvolgimento nel delitto, scagionando Kumar da ogni accusa. Gli avvocati difensori, Luigistelio Becheri e Walter Ventura, hanno evidenziato come queste testimonianze abbiano escluso la presenza di Manjot Kumar sul luogo dell’omicidio la notte della Vigilia di Natale. Secondo i testimoni, Kumar non era presente in via Milano al momento dell’agguato mortale, ma si trovava a casa.

Un punto cruciale dell’indagine riguardava un iPhone che, secondo le prime ipotesi degli inquirenti, era in possesso di Manjot Kumar e che avrebbe trasmesso segnali nella zona del delitto. Tuttavia, durante le indagini, il fratello di Kumar, anch’egli arrestato per il delitto, ha confessato di essere il vero possessore del dispositivo in quei momenti. Questo elemento ha ulteriormente rafforzato la posizione difensiva di Manjot Kumar.

A seguito di questi nuovi elementi, i legali di Kumar hanno presentato una richiesta di scarcerazione, che è stata accolta dal GIP Matteo Grimaldi. Il giudice ha revocato la misura cautelare nei confronti di Kumar, ricevendo anche il parere favorevole del pubblico ministero. Dopo cinque mesi di detenzione, Manjot Kumar è stato liberato nei giorni scorsi.

Nel frattempo, due altre persone coinvolte nell’omicidio, un 26enne di Leno e un 23enne di Pavone Mella, sono ancora sotto custodia cautelare in carcere. Le indagini proseguono per chiarire ulteriormente i ruoli e le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti nel tragico evento di via Milano.

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