Allarme Peste Suina Africana nel Bresciano: perché centinaia di allevatori si sono mobilitati

La diffusione del virus preoccupa gli allevatori del Nord Italia, spingendo le principali organizzazioni agricole a prendere provvedimenti straordinari

Cresce l’ansia tra gli allevatori del Bresciano a causa della minaccia rappresentata dalla Peste Suina Africana (PSA). Venerdì scorso, centinaia di allevatori provenienti da tutte le province del Nord Italia si sono connessi in streaming ai canali social di Confagricoltura Brescia per partecipare a un convegno dedicato alla suinicoltura, previsto inizialmente in occasione della fiera di Orzinuovi. Un’iniziativa simile è stata lanciata da Coldiretti, suscitando un’ampia partecipazione e dimostrando il forte interesse per la questione.

Le due principali organizzazioni agricole stanno collaborando intensamente per arginare la diffusione del virus, unendo le forze per proteggere il settore.

L’incontro

Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia, ha sottolineato l’importanza di unire gli sforzi: “È essenziale rimanere compatti, ognuno deve fare la propria parte con competenza, passione e positività, abbinando sacrificio e solidarietà”. Il virus, descritto come estremamente contagioso, rappresenta una minaccia imminente per Brescia. L’incontro ha visto la partecipazione del nuovo commissario straordinario per la PSA, Giovanni Filippini, direttore generale della Sanità animale del ministero della Salute, che ha emesso un’ordinanza ancora più restrittiva per gli allevamenti situati nelle zone infette.

Filippini ha espresso il suo rammarico per i sacrifici richiesti agli allevatori, ma ha ribadito che le misure drastiche contenute nell’ordinanza sono indispensabili per tutelare l’intero comparto: “Sacrificio e solidarietà devono andare di pari passo“.

Garbelli ha proposto la creazione di un ampio patto territoriale, coinvolgendo tutti gli attori della filiera, dai sindaci alla Regione, dalle istituzioni sanitarie agli allevatori e alle organizzazioni sindacali, fino ai mangimifici, macelli e persino al sistema bancario. Un Tavolo permanente sulla PSA, sul modello di quello per la siccità, dovrebbe essere istituito presso la Regione Lombardia per garantire un monitoraggio costante e un coordinamento efficace sotto una guida unica.

La richiesta

Rudy Milani, presidente nazionale dei Suinicoltori di Confagricoltura, ha esortato la politica a prendere decisioni chiare e decisive riguardo a un problema che, inizialmente sottovalutato, oggi assume proporzioni allarmanti. Ha evidenziato due aree di intervento principali: un’azione risolutiva contro i cinghiali per impedire la diffusione del virus e l’adozione di misure economiche per sostenere le aziende. “La gestione della fauna selvatica è una scelta politica, mentre il risarcimento per i danni subiti è una questione legislativa. È tempo di agire concretamente”, ha concluso Milani.

La prospettiva regionale

L’assessore regionale Alessandro Beduschi ha paragonato la PSA a una pandemia simile al Covid-19, sottolineando la necessità di adottare misure rigorose. “Le province di Pavia e Lodi hanno già avviato un significativo depopolamento, con gravi conseguenze per le aziende e l’intera filiera”, ha dichiarato Beduschi, sottolineando l’importanza di trasformare gli allevamenti in vere e proprie roccaforti per evitare errori. La PSA mette a rischio 30 miliardi di euro di reddito per la mancata esportazione, con pesanti ripercussioni anche per la Lombardia, che contribuisce significativamente alla produzione di salumi di alta qualità in Italia.

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

Vigili del fuoco
Allarme nella notte a Colombare, probabilmente a causa di una caldaia difettosa. Nessuno dei ragazzi...
Un uomo senza fissa dimora, già noto alle forze dell’ordine, ha riempito uno zaino di...
La piccola di 7 anni, affetta da malformazioni ossee, è stata trasferita in Lombardia nell’ambito...

Altre notizie