Lombardia: primo caso di suicidio assistito approvato dopo sei mesi di attesa

La conferma arriva dall'Associazione Coscioni, che denuncia l'assenza di regole chiare sui tempi di verifica delle condizioni per accedere al suicidio assistito. In arrivo una proposta di legge per snellire le procedure

In Lombardia, una persona malata ha ottenuto, dopo un’attesa di sei mesi , il via libera per accedere al suicidio assistito , come previsto dalle condizioni stabilite dalla sentenza della Corte Costituzionale (nota come sentenza Cappato ). Lo ha annunciato l’ Associazione Luca Coscioni , specificando che ora si procederà con la scelta del farmaco e delle modalità di autosomministrazione . Tuttavia, l’associazione ha sottolineato che, nonostante la possibilità di accedere legalmente al suicidio medicalmente assistito in Italia, mancano ancora procedure chiare che garantiscano tempi certi per la conclusione delle verifiche da parte del Sistema Sanitario.

Le quattro condizioni per accedere al suicidio assistito

La sentenza della Corte Costituzionale prevede che una persona soddisfatta possa accedere al suicidio assistito se quattro requisiti :

  1. Essere tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale .
  2. Soffrire di una patologia irreversibile .
  3. Subire sofferenze intollerabili .
  4. Essere pienamente capaci di prendere decisioni libere e consapevoli .

In questo caso, la persona in Lombardia ha ricevuto la conferma di soddisfare tutte queste condizioni, ma il lungo periodo di attesa ha nuovamente portato alla ribalta il dibattito sulla necessità di stabilire regole certe per velocizzare il processo.

La proposta di legge “Liberi Subito” e il dibattito in Consiglio regionale

Questa vicenda arriva proprio alla vigilia della discussione nel Consiglio regionale lombardo della proposta di legge di iniziativa popolare chiamata “Liberi Subito” , sostenuta da oltre 8.000 firme . La proposta mira a stabilire procedure chiare e tempi certi per le persone che desiderano accedere al suicidio medicalmente assistito attraverso il Sistema Sanitario Nazionale.

Marco Cappato e Filomena Gallo , rappresentanti dell’Associazione Luca Coscioni, hanno sottolineato come il suicidio assistito sia già possibile grazie alla sentenza della Corte, ma che l’assenza di regolamentazioni chiare costringe i pazienti a lunghe battaglie legali. Un esempio emblematico è il caso della giornalista Laura Santi , che ha dovuto attendere ben due anni per ottenere il riconoscimento del proprio diritto a morire volontariamente.

La competenza regionale

Il dibattito sulla proposta “Liberi Subito” è ostacolato da alcuni consiglieri regionali, che sollevano questioni di incompetenza regionalenell’applicazionele Regioni hanno la competenza di organizzare l’erogazione dei servizi sanitari necessar

L’ex Ministro della Salute, Roberto Speranza , avevale strutture del Servizio Sanitario Nazionale devono garanle spese mediche per il suicidio assistito devono essere a carico del SSN . Inoltre, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana , non ha mai contestato tale competenza regionale, evidenziando come la politica sta tentando di evitare il dibattito sul tema .

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