Nel Bresciano, circa 20mila famiglie sono in difficoltà economica, con almeno 3mila di esse che si trovano a fare i conti con la scarsità di cibo, vivendo una realtà che si aggrava ogni giorno. Questo fenomeno, che ha radici in un incremento della povertà in tutto il Nord Italia, è emerso con forza, come dimostrato dal Report 2024 di Caritas, che evidenzia un aumento del 5% dei poveri in Italia rispetto all’anno precedente, con una popolazione complessiva di 5,7 milioni di individui che vivono in condizioni di indigenza. Questo dato, applicato alla provincia di Brescia, implica che oltre 100mila persone siano coinvolte nella lotta contro la povertà.
Le difficoltà non si limitano solo alla mancanza di cibo, ma abbracciano vari ambiti della vita quotidiana. Caritas sottolinea l’incremento degli anziani soli, dei nuclei familiari monogenitoriali, e l’ingresso nella fascia dei nuovi poveri di giovani e lavoratori che, pur avendo un impiego, non riescono a coprire tutte le spese. La povertà è diventata un fenomeno sempre più cronico, che non permette a molti di uscire da una spirale di difficoltà economica e sociale. La situazione è aggravata dalla riduzione del reddito di cittadinanza, ora sostituito da un assegno di inclusione che ha visto un drastico calo.
In questo scenario di crescente povertà, la comunità bresciana ha risposto attivamente. La provincia conta 2500 associazioni di volontariato, di cui più della metà sono impegnate direttamente nel sostegno alle persone vulnerabili. La situazione è diventata particolarmente critica durante la pandemia di Covid-19 e, successivamente, con l’arrivo dei profughi ucraini, che hanno aggiunto nuove sfide alla rete di supporto già esistente.
Un’ulteriore spinta alla solidarietà è arrivata dal Comune di Brescia e da numerosi enti locali che, in risposta alla crescente domanda di aiuto, hanno lavorato insieme per creare una rete efficiente. Oltre 70 sigle cittadine si sono unite, dando vita alla Rete Cibo Brescia, un’iniziativa che coordina le risorse disponibili e organizza interventi concreti come la distribuzione di viveri, prodotti per l’igiene, corsi di alfabetizzazione, e supporto ai più fragili.
La creazione di sinergie tra le diverse sigle e istituzioni ha portato a un miglioramento della gestione dei servizi. Tra le principali realtà coinvolte, figurano Croce Rossa, Caritas, Mare Mosso, la Chiesa Evangelica Valdese, e molte altre organizzazioni locali che, insieme, affrontano le sfide del quotidiano. Ogni giorno, volontari e professionisti si adoperano per distribuire pacchi alimentari e supportare chi si trova in difficoltà, cercando di alleviare le sofferenze e ridurre l’impatto della povertà.
Una delle voci più significative in questo impegno collettivo è quella dei giovani. Chiara, presidente della Gabbianella, una delle sigle che fa parte della Rete, è esempio di come le nuove generazioni siano sempre più presenti nel volontariato. Nonostante alcuni stereotipi che dipingono i giovani come disinteressati, Chiara, con i suoi 24 anni, sfata questo mito, dimostrando come l’impegno sociale sia vivo e vitale anche tra i più giovani. La sua testimonianza, insieme a quella di Valentino, un pensionato che gestisce il magazzino di Banco della Solidarietà, dimostra che la solidarietà è una forza che unisce tutte le età e che la comunità bresciana continua a rispondere alle sfide della povertà con determinazione e un forte spirito di collaborazione.