Nel pomeriggio di ieri, la Polizia di Brescia ha eseguito due perquisizioni nei confronti di due giovani, uno dei quali di origine pakistana, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Brescia. I ragazzi sono accusati di imbrattamento aggravato di beni pubblici e culturali, con l’aggravante della discriminazione razziale e diffusione di idee basate sull’odio razziale.
L’indagine è fatta
Le indagini sono iniziate il 18 dicembre, quando sono stati rilevati imbrattamenti con svastiche nere su diversi edifici e monumenti del centro storico bresciano. Tra i luoghi colpiti figurano il Liceo Veronica Gambara di via Trieste, la fontana all’incrocio tra via Trieste e via Gabriele Rosa, e il monumento alla Bella Italia in Piazza della Loggia. Altri atti vandalici sono stati segnalati in corso Magenta e nei giardini Oriana Fallaci.
Grazie alle immagini di videosorveglianza pubblica e privata, la Digos è riuscita a identificare i due giovani e un terzo soggetto, attualmente non identificato. Il ventiquattrenne è stato individuato come l’autore materiale delle svastiche, supportato dal ventiseienne.
La confessione e la denuncia
Durante la perquisizione, i due giovani hanno ammesso spontaneamente di aver commesso gli atti vandalici, dichiarando di essere ubriachi al momento dei fatti. Hanno inoltre escluso qualsiasi motivazione di matrice antisemita o ideologica.
Nonostante la confessione, i due sono stati denunciati per imbrattamento aggravato, considerata la natura offensiva dei simboli utilizzati e il danneggiamento di beni culturali e pubblici.
Le conseguenze legali
L’imbrattamento di edifici e monumenti pubblici costituisce un reato grave, soprattutto quando connotato da simboli riconducibili a messaggi di odio o discriminazione. La Procura proseguirà le indagini per identificare il terzo complice e accertare eventuali ulteriori responsabilità.