A Brescia è stato segnalato un caso di colera , attualmente sotto osservazione alla Fondazione Poliambulanza . Il paziente, un uomo rientrato mercoledì scorso dalla Nigeria , è risultato positivo al batterio Vibrio Cholerae , e sono in corso ulteriori analisi da parte di ATS Brescia e dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) per verificare se il ceppo isolato sia tra quelli capaci di produrre l’enterotossina colerica, responsabile delle forme più gravi della malattia.
Monitoraggio costante e misure di contenimento attivate
Le autorità sanitarie hanno già predisposto tutte le misure di contenimento necessarie , collaborando con Regione Lombardia e Ministero della Salute per monitorare la situazione. “Abbiamo attivato tutte le precauzioni necessarie qualora il caso fosse confermato” , ha dichiarato ATS Brescia , garantendo che non ci sono pericoli per la salute pubblica .
A chiarire il quadro è Francesco Castelli , infettivologo e rettore dell’Università di Brescia: “Il paziente proviene da un’area in cui nel 2023 si sono registrati numerosi casi di colera, quindi è molto probabile che il contagio sia avvenuto lì. tuttavia, il rischio di diffusione in Italia è pressoché nullo” .
Colera: rischio di diffusione molto basso
Il colera si trasmette attraverso il contatto con feci o alimenti contaminati , e si sviluppa principalmente in contesti con gravi carenze igienico-sanitarie . Secondo Castelli, in un ambiente come quello italiano, dove gli standard igienici sono elevati, la trasmissione è estremamente improbabile .
Tuttavia, l’aumento della mobilità internazionale può favorire l’importazione di casi isolati. “Brescia è un centro di riferimento per le malattie tropicali in Europa, il che ci permette di gestire tempestivamente situazioni come questa” , ha spiegato l’infettivologo, sottolineando l’importanza di riconoscere tempestivamente i sintomi , tra cui diarrea intensa, vomito e rapida disidratazione , condizioni che richiedono un trattamento immediato.
Il colera nel mondo: una minaccia ancora attuale
A livello globale, il colera rimane una malattia diffusa nei Paesi poveri o colpiti da guerre e disastri naturali . Secondo l’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) , nel 2024 i casi di colera sono diminuiti del 16% rispetto all’anno precedente , ma i decessi sono aumentati del 126% , segnalando un’emergenza sanitaria in molte aree del mondo. Attualmente, sono 30 le nazioni con focolai attivi .
In Italia , i casi di colera sono sporadici . “Negli ultimi decenni abbiamo registrato solo episodi isolati, l’ultimo focolaio significativo risale a circa trent’anni fa tra Napoli e la Puglia” , ha ricordato Castelli, ribadendo che la situazione a Brescia non rappresenta un rischio di epidemia .