A Salò, la questione della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini torna al centro del dibattito politico. Il Consiglio comunale, in programma il 26 febbraio, discuterà una nuova mozione per revocare il riconoscimento concesso oltre un secolo fa. L’iniziativa è stata promossa dal gruppo di maggioranza Civica Salò, guidato dal sindaco Francesco Cagnini, eletto lo scorso giugno.
Non è la prima volta che si tenta di annullare la cittadinanza onoraria al Duce: due precedenti mozioni, presentate nel 2019 e nel 2020 da consiglieri di opposizione, erano state respinte dalla precedente amministrazione, guidata da Giampiero Cipani.
Le reazioni politiche
Il tema ha acceso il dibattito tra le forze politiche locali. Il sindaco Cagnini ha scelto la prudenza, dichiarando che il confronto si terrà direttamente in aula, senza rilasciare anticipazioni. Le minoranze, invece, esprimono perplessità, ritenendo la questione ormai chiusa. Secondo Federico Bana, consigliere di Nuovo progetto Salò, tornare a discutere la revoca a soli cinque anni di distanza dalla precedente bocciatura è superfluo. Giovanni Ciato di Città Futura Salò, invece, teme che questa terza mozione possa legittimare in futuro nuove iniziative nostalgiche legate alla Repubblica di Salò.
Dall’altro lato, la destra sociale locale, rappresentata da Paolo Zattoni e Sandro Apollonio, ha criticato duramente la proposta, definendola inutile e divisiva. Hanno inoltre avvertito che, se la mozione sarà approvata, potrebbero organizzare una manifestazione di protesta.
Il parere delle associazioni
Sulla questione è intervenuto anche Andrea Maggioni, presidente dell’associazione commercianti, sottolineando come Salò abbia valorizzato la propria storia a fini culturali e turistici, con percorsi dedicati sia alla Magnifica Patria che alla Repubblica Sociale Italiana (RSI). Pur lasciando il dibattito alla politica, Maggioni auspica che si trovi presto una soluzione per concentrarsi su temi più attuali.
Di segno opposto la posizione di Dario Bellini, dell’ANPI Medio Garda, che ritiene la revoca della cittadinanza un passo necessario. Secondo lui, Salò, con il suo passato, avrebbe dovuto essere il primo comune a eliminare questo riconoscimento.
Il voto del Consiglio comunale del 26 febbraio potrebbe dunque scrivere una nuova pagina di questa vicenda, che da anni divide opinione pubblica e politica locale.