Un professionista esemplare, umano, umile e sempre disponibile: così viene descritto il dottor Alberto Gallico, 69 anni, che per oltre quattro decenni ha esercitato come medico di famiglia a Rezzato. Da questa settimana, però, il suo camice bianco verrà appeso al chiodo: una notizia che ha comunicato personalmente ai suoi pazienti, che lui stesso ha sempre definito con affetto “amatissimi”. Un legame autentico, costruito negli anni, tra dedizione alla professione e un rapporto di fiducia con chi si è affidato alle sue cure.
Una vita dedicata alla medicina e ai suoi pazienti
Era il gennaio 1984 quando il giovane dottor Gallico iniziò il suo incarico a Rezzato. Ogni giorno, partendo da Brescia, si dedicava con passione e competenza ai suoi pazienti, conquistando la loro stima e affetto. La sua capacità diagnostica straordinaria, affinata da un’esperienza pluridecennale e uno studio costante, lo ha reso un punto di riferimento per la comunità.
Oltre alle competenze mediche, i suoi assistiti ricordano soprattutto la grande disponibilità: chiunque avesse bisogno sapeva di poter contare su di lui. Nel suo studio, ogni visita era svolta con cura e attenzione, senza il limite di tempo imposto dalla routine frenetica di oggi. Questo, se da un lato comportava lunghe attese, dall’altro garantiva un’anamnesi scrupolosa e approfondita, motivo per cui in pochi se ne lamentavano.
Un medico indimenticabile, dentro e fuori dallo studio
Oltre alle qualità professionali, il dottor Gallico era riconoscibile anche per il suo aspetto singolare: una chioma inconfondibile, un passo deciso e quella borsa sempre piena di strumenti, pronti per ogni evenienza.
In un’epoca in cui le recensioni online influenzano ogni aspetto della vita quotidiana, un commento tra i tanti spicca per la sua sincerità: “Era il mio medico da decenni, mai avuto nulla di cui lamentarmi: un professionista eccezionale. Persino il suo aspetto, tra il tenente Colombo e un personaggio di un racconto yiddish, lo rendeva unico. Mi dicono che andrà in pensione: sarà una perdita gravissima”.
Un addio che lascia un vuoto non solo tra i suoi pazienti, ma nell’intera comunità. Perché medici come lui sono sempre più rari.