Gustav Klimt, figura emblematica della Secessione viennese, viene celebrato con la mostra «Klimt. Grafica d’arte», aperta al MuSa di Salò fino al 25 maggio. L’esposizione, a cura di Federica Bolpagni ed Elena Ledda in collaborazione con la Klimt Foundation di Vienna, propone un viaggio nella produzione meno nota dell’artista austriaco: la grafica, intesa come mezzo autonomo di espressione artistica e non semplice riproduzione dell’originale.
L’evento rappresenta un ritorno simbolico sulle sponde del Garda, dove Klimt soggiornò nell’estate del 1913, traendo ispirazione per alcuni paesaggi di rara introspezione emotiva, come la celebre veduta di Malcesine. L’opera, oggi dispersa, è riproposta in mostra attraverso una rara versione seppiata e una a colori, ottenute grazie alla tecnica del collotipo.
Un Klimt sperimentatore e moderno
Il percorso espositivo comprende oltre settanta opere, tra cui collotipi, eliografie, litografie, disegni originali e numeri storici della rivista Ver Sacrum, organo ufficiale della Secessione viennese. La maggior parte dei lavori proviene dalla collezione privata di Fiorenzo Silvestri, tra cui spicca la prima litografia realizzata dall’artista a soli 19 anni, oltre a opere chiave come Amore (1896-1900) e La Speranza (1907-1908), entrambe testimonianze della raffinata poetica klimtiana.
Il disegno “Donna con violoncello” rivela il tratto distintivo dell’artista: una linea morbida, elegante, capace di suggerire movimento e armonia. La selezione di oltre 60 collotipi, tratti da tre storiche cartelle d’epoca – Das Werk von Gustav Klimt (1918), Fünfundzwanzig Handzeichnungen (1919) e Eine Nachlese (1931) – documenta la ricerca di una modernità visiva, espressa attraverso un linguaggio decorativo che anticipa le avanguardie novecentesche e i principi della Bauhaus.
Il paesaggio come introspezione
Parallelamente alla sua opera figurativa, Klimt ha sviluppato un intenso rapporto con il paesaggio, che emerge in modo particolare durante il soggiorno sul Lago di Garda. I lavori realizzati a Malcesine riflettono una poetica silenziosa e meditativa, lontana dall’oro e dall’eros che caratterizzano i suoi capolavori più noti.
La mostra di Salò valorizza questa produzione, proponendo una lettura inedita dell’artista attraverso il tema della grafica d’arte. Qui, la stampa diventa non solo strumento tecnico, ma mezzo espressivo carico di significati, in grado di trasmettere emozioni, idee e una visione estetica coerente e potente.
L’eredità visiva di Klimt
Le opere esposte testimoniano una qualità visiva straordinaria, tanto nelle versioni a colori quanto in quelle in bianco e nero. Alcuni dei soggetti più iconici di Klimt, come Il Bacio, Salomè e L’albero della vita, vengono presentati in diverse versioni grafiche, permettendo al pubblico di apprezzarne le variazioni stilistiche e interpretative.
In particolare, la grafica diventa custode della memoria visiva di opere oggi perdute, come Giardino di campagna con croce. Ogni immagine, tra volti eterei e corpi che si dissolvono nei decori, richiama l’universo simbolico dell’artista, dove convivono influenze bizantine, echi classici e una sensibilità pienamente moderna.
La mostra, visitabile fino al 25 maggio, propone anche l’ingresso gratuito per i residenti a Salò nella giornata odierna, rafforzando il legame tra il territorio e uno degli artisti più affascinanti del Novecento.