La storia di Matteo Bertoli, studente dell’Istituto “Lorenzo Gigli” di Rovato, è un racconto di coraggio, speranza e determinazione. Colpito da una rara forma di distrofia muscolare di Duchenne, il giovane ha dovuto affrontare una corsa contro il tempo per sottoporsi a un trapianto di cuore, unico intervento in grado di salvargli la vita.
Il peggioramento improvviso
Matteo, studente della classe 5D del liceo delle scienze applicate, ha sempre lottato contro la sua malattia, ma il 27 gennaio le sue condizioni sono peggiorate improvvisamente. Ricoverato prima a Brescia e poi a Bergamo, la situazione sembrava disperata: i medici ritenevano troppo basse le sue aspettative di vita per inserirlo nella lista d’attesa per un trapianto.
La decisione che ha cambiato tutto
I suoi genitori, Walter e Cristina, non si sono arresi e, su consiglio del professor Metra, cardiologo degli Spedali Civili di Brescia, hanno deciso di rivolgersi al professor Tommaso Bottio, direttore della Cardiochirurgia del Policlinico di Bari. Da quel momento è iniziata la corsa contro il tempo: da Brescia a Bari, un viaggio per aggrapparsi a quell’unica possibilità di salvezza.
Il trapianto e la nuova speranza
La svolta è arrivata il 13 marzo, quando è stato trovato un donatore compatibile. Il trapianto è stato eseguito con successo e il professor Bottio, che ha operato Matteo, ha dichiarato: «Se non avessimo operato, sarebbe morto nel giro di quindici giorni. Anche nei casi più complessi, è nostro dovere provarci, perché ogni vita merita una possibilità».
Il futuro di Matteo
Oggi, Matteo è ancora ricoverato, ma il peggio è alle spalle. Il suo nuovo cuore batte forte, pronto a restituirgli la vita che ogni 18enne merita di vivere. Il suo viaggio non è stato solo una lotta per la sopravvivenza, ma un simbolo di speranza e determinazione, un messaggio per tutti coloro che affrontano sfide simili.
Il coraggio di Matteo e l’amore incondizionato della sua famiglia dimostrano che, anche nei momenti più difficili, non bisogna mai smettere di lottare.