Un giovane è morto annegato nel fiume Oglio mentre tentava di fuggire da un’aggressione. Secondo le prime ricostruzioni, il ragazzo si sarebbe tuffato per sfuggire a un pestaggio avvenuto sabato sera. Il suo corpo è stato ritrovato il giorno dopo tra Pontoglio e Urago.
La fuga disperata e l’intervento dei soccorsi
Il dramma si è consumato intorno alle 19 di sabato sera, quando alcuni passanti hanno notato una violenta lite sulle rive del fiume, nei pressi di via Maglio. Dopo aver osservato uno dei giovani coinvolti gettarsi in acqua e scomparire nella corrente, è partita immediatamente la chiamata al 112. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco, i carabinieri e i soccorritori, che hanno avviato le ricerche durate fino al ritrovamento del corpo nel pomeriggio della domenica successiva.
Un tratto di fiume segnato dal degrado
L’episodio si è verificato in un tratto del fiume noto alle forze dell’ordine, dove si trovano spesso accampamenti di fortuna abitati da senzatetto. Le forze dell’ordine non escludono che l’alterco possa essere collegato a episodi di microcriminalità, in particolare spaccio di droga. Nonostante la dinamica lasci ipotizzare un’aggressione, le prime verifiche medico-legali non hanno rilevato segni evidenti di violenza sul corpo. È stata comunque disposta l’autopsia, che sarà eseguita nei prossimi giorni all’istituto di medicina legale.
Identità ancora sconosciuta
Il giovane, descritto come di origine magrebina, non è ancora stato identificato. Le autorità, in particolare i carabinieri della Compagnia di Chiari, stanno lavorando per ricostruire le sue ultime ore di vita e risalire alla sua identità. Sono stati avviati interrogatori tra le persone che frequentano l’area e si cercano testimoni che possano fornire indicazioni utili. L’assenza di documenti e la marginalità sociale in cui si è consumata la tragedia rendono particolarmente difficili le operazioni di identificazione.
Un volto senza nome in un’area dimenticata
La morte del giovane getta luce su una realtà spesso trascurata, fatta di degrado, solitudine e illegalità. Un volto ancora anonimo, simbolo di una vita spezzata nel silenzio di un territorio dimenticato. In attesa dei risultati dell’autopsia e dell’identificazione, resta il dolore per una vicenda tragica che avrebbe potuto essere evitata.