Sono stati oltre quattro mesi di lotta e speranza per Evaristo Beccalossi, ricoverato il 9 gennaio scorso a causa di una grave emorragia cerebrale. Il decorso è stato complicato fin dall’inizio: l’ex fantasista, simbolo di Inter e Brescia, è entrato in coma nei primi giorni di degenza. Un silenzio durato 47 giorni, interrotto da un risveglio che ha segnato l’inizio di un lento ma progressivo recupero.
A condividere la notizia del rientro a casa è stata Nagaja, figlia di Beccalossi, con un messaggio sentito e pieno di gratitudine pubblicato su Instagram:
«Dopo 131 giorni, abbiamo lasciato Fondazione Poliambulanza, che è stata la nostra casa in tutto questo periodo». Le sue parole tracciano il profilo di un’esperienza intensa, vissuta con coraggio accanto al padre, ringraziando ogni figura professionale incontrata nel cammino: medici, infermieri, operatori socio-sanitari, ma anche chi, come le bariste della struttura, ha saputo offrire conforto nei momenti più duri.
Nagaja ha voluto esprimere anche un pensiero alla riservatezza con cui l’intera vicenda è stata gestita: «Grazie per la discrezione e riservatezza con cui avete rispettato il nostro dolore». Parole che riflettono non solo il rispetto per la sfera privata della famiglia, ma anche l’orgoglio per l’eccellenza della sanità bresciana: «Da bresciani siamo orgogliosi di avere una realtà come voi».