Accolto da una protesta pro Palestina, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha fatto tappa oggi all’Università degli Studi di Brescia per inaugurare ufficialmente il nuovo corso di laurea in Scienze politiche. L’iniziativa, attesa dal mondo accademico locale, è stata accompagnata da un momento di forte tensione civile e simbolica, a causa della contestazione di un gruppo di manifestanti critici nei confronti della posizione del governo italiano sul conflitto nella Striscia di Gaza.
Il presidio di protesta si è svolto davanti alla sede di via San Faustino, dove alcuni attivisti del movimento ProPal hanno esposto striscioni, bandiere palestinesi e immagini della distruzione causata dai bombardamenti israeliani. Una donna con in mano un fagottino ha simboleggiato le vittime infantili, mentre è stata mostrata una foto che ritrae Tajani stringere la mano al premier israeliano Netanyahu. Lo slogan ricorrente: “Chi non si oppone è complice”.
La manifestazione è stata accompagnata da una lettera firmata da oltre 300 tra studenti, docenti e personale universitario, consegnata direttamente al ministro dal rettore Francesco Castelli, nella quale si chiede un’immediata presa di posizione da parte del Governo italiano per favorire la cessazione dei bombardamenti e fermare le vittime civili. “Se non interverremo per arrestare l’orrore – si legge nel documento – ne saremo corresponsabili”.
Il ministro Tajani ha replicato sottolineando l’impegno umanitario italiano nella crisi di Gaza. “Abbiamo detto no ai bombardamenti, e lo ribadisco. L’Italia ha partecipato al progetto Food for Gaza dell’ONU, ha accolto 700 civili palestinesi e curato 130 bambini malati”, ha dichiarato durante il suo intervento. Ha poi ricordato che nessun altro Paese europeo ha messo in campo azioni paragonabili, secondo quanto riferito anche dal ministro palestinese al papa.
L’assessora regionale all’Istruzione, Simona Tironi, ha espresso pieno sostegno all’operato diplomatico del ministro, ringraziando le forze dell’ordine per la gestione pacifica della protesta. La sindaca di Brescia Laura Castelletti e il presidente della Provincia Emanuele Moraschini erano presenti all’evento, insieme ai due direttori di facoltà, Adriana Apostoli e Giuseppe Bertoli, e alla professoressa Elena Verdolini, promotrice del nuovo corso.
Il rettore Castelli ha inoltre ricordato l’impegno dell’ateneo in progetti di cooperazione con studenti palestinesi e ha ribadito la disponibilità personale a contribuire in prima linea: “Se serve un infettivologo in Palestina, io ci sono”.
L’inaugurazione della nuova facoltà si inserisce in un quadro accademico che intende rafforzare il legame tra formazione, diplomazia e cittadinanza attiva, ma l’evento ha mostrato come le tensioni internazionali abbiano un riflesso anche dentro le istituzioni educative. Le proteste, pur pacifiche, hanno rappresentato una chiara richiesta di maggiore sensibilità politica e morale verso il conflitto israelo-palestinese.