Usare lo scarto prodotto dal riciclo delle batterie al litio esauste per trasformare la CO₂ in nuova energia. È il risultato ottenuto dal gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Brescia, in collaborazione con il Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali, l’Università di Catania e l’Università di Milano-Bicocca. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Green Chemistry.
Il progetto nasce nell’ambito delle ricerche sul riciclo delle batterie al litio. La squadra di Bontempi aveva già messo a punto un metodo innovativo capace di recuperare oltre il 90% di litio, dimezzando il consumo energetico e senza ricorrere ad acidi inorganici. Questo processo, sviluppato all’interno del progetto Caramel, sarà presto applicato in un impianto pilota industriale.
La scoperta per caso
Durante una fase di test, il contenuto trattato delle batterie è stato conservato più a lungo del previsto in una cella frigorifera. Il risultato inatteso è stato la formazione di un materiale dal colore insolito, tra il rosa e il violaceo, battezzato Battery-derived Malate (Bat-Mal).
Analizzato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, il composto ha rivelato proprietà catalitiche. Inserito in piccoli reattori cilindrici e riscaldato fino a 120°C con luce solare, il Bat-Mal ha convertito la CO₂ presente all’interno in metano e monossido di carbonio.
Prospettive future
«Le rese sono promettenti», spiega Roberto Fiorenza dell’Università di Catania. I ricercatori puntano ora a ottimizzare il processo per renderlo continuo e integrabile in impianti industriali che producono grandi quantità di CO₂. L’obiettivo è catturare le emissioni e trasformarle in energia utile per alimentare altri processi produttivi.