Migranti a Brescia, scontro tra Castelletti e Bordonali sull’accoglienza

Arrivati 13 richiedenti asilo nel capoluogo lombardo. La sindaca chiede una distribuzione più equa, la deputata leghista la accusa di demagogia

L’arrivo di 13 richiedenti asilo a Brescia ha riacceso il dibattito sull’accoglienza nel territorio bresciano, con un acceso scambio tra la sindaca Laura Castelletti e l’onorevole Simona Bordonali (Lega). Al centro della polemica: la gestione della distribuzione dei migranti tra i Comuni della provincia e il ruolo del capoluogo.

Castelletti, intervenuta dopo la comunicazione del Viminale, ha espresso la volontà di evitare derive demagogiche sul tema, precisando che l’accoglienza non può gravare sempre e solo su Brescia. La sindaca ha sottolineato come siano solo 45 su 206 i Comuni bresciani ad accogliere richiedenti asilo, un dato che, escludendo le realtà più piccole, rappresenta appena un quarto dei territori coinvolti. “Credo che l’accoglienza diffusa debba essere incentivata,” ha affermato, aggiungendo che la progettualità sull’inserimento lavorativo e sull’alfabetizzazione resta carente.

La questione è stata discussa in un incontro istituzionale con il prefetto Andrea Polichetti e il presidente della Provincia, Emanuele Moraschini. Castelletti ha ribadito la necessità di prepararsi all’aumento previsto dei flussi migratori durante l’estate, auspicando una maggiore equità nella distribuzione dei migranti sul territorio.

Immediata la replica dell’onorevole Simona Bordonali, che ha definito le dichiarazioni della sindaca «fuori luogo» e «offensive» nei confronti degli altri amministratori. Secondo i dati ufficiali citati dalla deputata, Brescia risulterebbe solo seconda per numero assoluto di migranti accolti nei CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria), superata da Montichiari e seguita da Comuni amministrati dal centrodestra come Edolo, Lonato del Garda, Gambara e Ospitaletto. In proporzione alla popolazione residente, Brescia sarebbe addirittura ultima.

Bordonali ha sottolineato come molti piccoli Comuni, anche sotto i 5.000 abitanti, contribuiscano alla rete di accoglienza senza polemiche, garantendo equilibrio sociale. Ha inoltre collegato le difficoltà di gestione dell’immigrazione con una presunta incapacità dell’Amministrazione comunale bresciana di garantire sicurezza urbana, citando episodi di cronaca recente.

Secondo l’onorevole leghista, l’efficacia delle politiche di sicurezza e controllo dipenderebbe da gestione locale, fermezza e strumenti normativi adeguati, come i “decreti sicurezza” voluti da Matteo Salvini. Bordonali ha accusato la sinistra e la stessa Castelletti di aver indebolito gli strumenti di controllo migratorio, ribadendo invece il sostegno del Governo Meloni a misure concrete come la realizzazione di un centro per i rimpatri in Albania, giudicata legittima dalla Cassazione.

Lo scontro riflette una linea di frattura sempre più marcata tra governo centrale e amministrazioni locali, con divergenze profonde sull’approccio da adottare in tema di accoglienza, sicurezza e politiche migratorie. Se da un lato Castelletti invoca un maggiore coinvolgimento di tutti i Comuni, dall’altro Bordonali richiama alla responsabilità amministrativa e accusa il centrosinistra di ideologismo e inefficacia.

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