Tombe dei bambini mai nati rimosse a Brescia, due funzionarie comunali a processo

Chiesti due anni di carcere per violazione di sepolcro e vilipendio. Sentenza attesa a settembre

La Procura di Brescia ha chiesto due anni di reclusione per due funzionarie comunali imputate per la rimozione non autorizzata di tombe di bambini mai nati nel cimitero monumentale della città. I fatti risalgono al 2021, quando alcune sepolture di feti – frutto di aborti spontanei o volontari – furono rimosse senza il consenso informato della maggior parte delle famiglie coinvolte.

Le accuse mosse dalla magistratura sono di violazione di sepolcro e vilipendio di tombe, reati gravi che tutelano il rispetto dei luoghi di riposo e la dignità dei defunti. Il caso ha suscitato profondo sconcerto nell’opinione pubblica e ha portato undici famiglie a costituirsi parte civile nel procedimento penale, per ottenere giustizia e chiarimenti su una gestione considerata opaca e lesiva dei diritti dei parenti.

Il Comune di Brescia, pur coinvolto nella vicenda a livello amministrativo, non è stato citato come responsabile civile e non partecipa al processo. Un’assenza che ha generato ulteriori polemiche, vista la natura pubblica del cimitero interessato e il ruolo istituzionale delle imputate.

La rimozione delle tombe è avvenuta nel 2021 in circostanze ancora oggetto di accertamento, ma secondo quanto emerso in aula, le operazioni sarebbero state disposte senza la trasparente comunicazione ai familiari e senza un iter adeguato per il trattamento delle spoglie. In molti casi, i genitori hanno scoperto solo in seguito che le sepolture erano state cancellate o spostate, aggravando il dolore già profondo per la perdita subita.

La sentenza è attesa per il prossimo 26 settembre, al termine di un procedimento che rappresenta un caso raro nel panorama giudiziario italiano e che potrebbe fare da riferimento per future controversie su diritti cimiteriali e trattamento delle sepolture fetali.

La vicenda ha riacceso il dibattito nazionale sul tema delle tombe dei bambini mai nati, una questione delicata che tocca aspetti legali, religiosi e culturali. In particolare, molte associazioni chiedono maggiore tutela per le famiglie e norme più chiare in materia di informazione, consenso e gestione delle sepolture di feti.

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