La Procura di Brescia ha chiesto due anni di reclusione per due funzionarie comunali imputate per la rimozione non autorizzata di tombe di bambini mai nati nel cimitero monumentale della città. I fatti risalgono al 2021, quando alcune sepolture di feti – frutto di aborti spontanei o volontari – furono rimosse senza il consenso informato della maggior parte delle famiglie coinvolte.
Le accuse mosse dalla magistratura sono di violazione di sepolcro e vilipendio di tombe, reati gravi che tutelano il rispetto dei luoghi di riposo e la dignità dei defunti. Il caso ha suscitato profondo sconcerto nell’opinione pubblica e ha portato undici famiglie a costituirsi parte civile nel procedimento penale, per ottenere giustizia e chiarimenti su una gestione considerata opaca e lesiva dei diritti dei parenti.
Il Comune di Brescia, pur coinvolto nella vicenda a livello amministrativo, non è stato citato come responsabile civile e non partecipa al processo. Un’assenza che ha generato ulteriori polemiche, vista la natura pubblica del cimitero interessato e il ruolo istituzionale delle imputate.
La rimozione delle tombe è avvenuta nel 2021 in circostanze ancora oggetto di accertamento, ma secondo quanto emerso in aula, le operazioni sarebbero state disposte senza la trasparente comunicazione ai familiari e senza un iter adeguato per il trattamento delle spoglie. In molti casi, i genitori hanno scoperto solo in seguito che le sepolture erano state cancellate o spostate, aggravando il dolore già profondo per la perdita subita.
La sentenza è attesa per il prossimo 26 settembre, al termine di un procedimento che rappresenta un caso raro nel panorama giudiziario italiano e che potrebbe fare da riferimento per future controversie su diritti cimiteriali e trattamento delle sepolture fetali.
La vicenda ha riacceso il dibattito nazionale sul tema delle tombe dei bambini mai nati, una questione delicata che tocca aspetti legali, religiosi e culturali. In particolare, molte associazioni chiedono maggiore tutela per le famiglie e norme più chiare in materia di informazione, consenso e gestione delle sepolture di feti.