Nel cuore della sua visita a Brescia, Irina Scherbakova, cofondatrice dell’associazione Memorial e Premio Nobel per la Pace 2022, ha lanciato un messaggio forte e diretto: “Se vuoi la pace, prepara la guerra”. Di fronte a un pubblico di studenti universitari, Scherbakova ha sottolineato la necessità per l’Europa di dotarsi di una difesa militare robusta, affermando che solo il linguaggio della forza può essere compreso dal presidente russo Vladimir Putin.
Un appello per l’Europa
Ospite nell’ambito del master IAMI (Intelligenza Artificiale, Mente e Impresa) diretto da Nicoletta Cusano presso l’Università Statale, la dissidente russa, oggi residente in Germania, ha ribadito con forza il suo punto di vista sul conflitto in Ucraina. Dopo un incontro con la sindaca Laura Castelletti, ha espresso la necessità di superare le illusioni di un ritorno alla situazione pre-invasione: “L’Europa deve svegliarsi e riconoscere che la pace richiede preparazione e sacrifici”.
La forza come lingua universale
Nonostante il prestigioso riconoscimento per il suo impegno pacifista, Scherbakova non esita a sostenere un approccio pragmatico e realistico: “Putin comprende solo il potere. Per questo è indispensabile riarmarsi e fare di più”. Ha anche criticato visioni populiste che promettono soluzioni rapide, come quelle del nuovo presidente statunitense Donald Trump, definendole “illusioni pericolose”.
La sfida della memoria
Secondo Scherbakova, una vera pace passa anche dalla memoria storica. Durante la presentazione del suo libro, Le mani di mio padre, ha sottolineato l’importanza di contrastare la riscrittura autoritaria della storia e di preservare i ricordi autentici del passato. Il volume, pubblicato da Mimesis, intreccia memorie familiari e trasformazioni storiche, offrendo uno spaccato unico della Russia dal XX secolo a oggi.
Una narrazione intima e autentica
Il libro, definito dal traduttore Stefano Vastano come un’opera autobiografica intrisa di profonda umanità, si discosta dal tradizionale approccio accademico. È un mosaico di momenti personali che restituiscono al lettore un’intensa prospettiva individuale della storia russa. “La Russia è il contesto, non la protagonista principale“, spiega Scherbakova, che attraverso i ricordi di sua nonna e la vita delle persone a lei care, costruisce un quadro emozionante e complesso.
Uno sguardo al futuro
Nonostante le difficoltà, Scherbakova invita l’Occidente a mantenere alta l’attenzione e a investire non solo nella difesa, ma anche nella preservazione della memoria collettiva. Solo così si potrà contrastare la propaganda e preparare il terreno per una pace autentica e duratura.