Brescia, maxi-operazione contro la ‘ndrangheta: 12 arresti e sequestro di beni

Fatture false per 365 milioni di euro e riciclaggio internazionale: nel mirino anche la movida cittadina.

La Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia e la Guardia di Finanza hanno smantellato un sistema criminale legato alla ‘ndrangheta , che avrebbe frodato il fisco e riciclato denaro attraverso un sofisticato meccanismo di fatture false . L’operazione, scattata all’alba del 13 febbraio , ha portato a 12 arresti e al sequestro di beni per oltre 8,6 milioni di euro , tra cui citazione di un noto locale della movida bresciana.

L’inchiesta e gli arrestati

Le indagini, avviate nel 2019 , hanno rivelato la creazione di circa 70 società fantasma , tra cui cartiere estere in Bulgaria, Ungheria, Slovacchia, Svizzera e Croazia e aziende italiane usate come filtro . Queste avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti per un totale di 365 milioni di euro , permettendo alla rete criminale di monetizzare il denaro in Cina con il sistema del Fei Ch’ien , un metodo di trasferimento virtuale di fondi all’estero.

Tra gli arrestati figurano Domenico Cambareri, Giovanni Natalino Cambareri, Antonino Sgarlato, Mariano Oliveri, Simone Iacca, Giuseppe Utano, Vincenzo Cacciola, Liguan Hu, Massimo Cutrì, Giovanni Cutrì, Giuseppe Zeli e Hung Giang Vu . Sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata a reati fiscali, frode e riciclaggio internazionale .

La guerra tra clan e l’intervento del mediatore

L’inchiesta ha rivelato che il gruppo criminale arrestato avrebbe estromesso un precedente sodalizio attivo dal 2017 , imponendosi con azioni intimidatorie, tra cui una finta rapina, l’ostentazione di armi da fuoco e il furto di credenziali bancarie . Il conflitto tra i due clan avrebbe potuto sfociare in una guerra tra cosche , evitata grazie all’intervento di un 46enne calabrese che, in cambio di 80mila euro , avrebbe mediato per garantire il passaggio di consegne.

Il riciclaggio nella movida bresciana

Gli investigatori hanno scoperto che i proventi delle frodi fiscali sarebbero stati reinvestiti in attività lecite . Tra i beni sequestrati figurano le quote del Reverso Tower , locale di lusso situato al 14° piano di una delle torri di via Flero , simbolo della movida cittadina. Secondo la procura, Giovanni Natalino Cambareri, Giuseppe Zeli e Hung Giang Vu sarebbero stati soci occulti del locale , acquistati nel 2019 con 178.600 euro provenienti da una società considerata una delle basi operative della rete criminale.

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