Dietro la spy story che ha scosso l’atletica italiana: un caso di “spionaggio” per il desenzanese Jacobs

La recente denuncia di un caso di presunto spionaggio nell’atletica italiana ha scosso il mondo dello sport, coinvolgendo due dei nomi più noti della velocità: Filippo Tortu e Marcell Jacobs

La recente denuncia di un caso di presunto spionaggio nell’atletica italiana ha scosso il mondo dello sport, coinvolgendo due dei nomi più noti della velocità: Filippo Tortu e Marcell Jacobs. Un’indagine che ha rivelato intrighi legati a indagini sul possibile doping e alle relazioni tra gli atleti. Ma cosa si nasconde dietro questa storia? Ripercorriamo i fatti, cercando di capire la genesi di un caso che solleva più domande che risposte.

Filippo Tortu, il primo azzurro a scendere sotto i 10’’ nei 100 metri, e Marcell Jacobs, che ha trasformato la sua carriera da saltatore anonimo a velocista di successo globale, hanno sempre mantenuto un rapporto professionale, ma non privo di tensioni tra i rispettivi team. Non è un mistero che tra i due ci siano stati momenti di incomprensione, alimentati dalla rivalità naturale che nasce sul campo di gara. Tuttavia, entrambi hanno cercato di minimizzare questi contrasti, evitando di trasformarli in pubblici conflitti.

La vera svolta nelle dinamiche tra i due si è verificata durante le Olimpiadi di Tokyo 2020, dove Jacobs ha conquistato la medaglia d’oro nei 100 metri e ha guidato l’Italia alla vittoria nella 4×100, con Tortu a correre al suo fianco. Questo successo ha ridefinito le gerarchie dell’atletica italiana, elevando Jacobs a un nuovo simbolo della velocità mondiale.

La vicenda di spionaggio denunciata dal Fatto Quotidiano ha preso forma quando, nel biennio 2020-2021, Giacomo Tortu, fratello di Filippo, sarebbe stato coinvolto in un tentativo di raccogliere informazioni su Marcell Jacobs. L’obiettivo, secondo le indagini, sarebbe stato quello di trovare prove di un possibile coinvolgimento di Jacobs in pratiche di doping. A ciò si aggiunge l’ulteriore complicazione di un’indagine su una società di sicurezza, la Equalize, accusata di avere accesso illecito a banche dati riservate, con la partecipazione di personaggi come l’ex poliziotto Carmine Gallo e Gabriele Pegoraro, un hacker considerato molto abile.

Secondo le rivelazioni, Giacomo Tortu si sarebbe rivolto a Pegoraro nell’autunno del 2020 per ottenere informazioni sensibili su Jacobs, tra cui certificati medici, conversazioni telefoniche e chat riguardanti Jacobs, il suo ex allenatore Paolo Camossi, il manager Marcello Magnani e il nutrizionista Giacomo Spazzini. Il costo dell’operazione sarebbe stato di circa 10.000 euro, ma il risultato non avrebbe portato ai frutti sperati. Non sono state trovate prove di doping, come invece alcuni avversari avevano insinuato, anche nel periodo della vittoria olimpica di Jacobs.

Il caso ha suscitato reazioni da parte dei diretti coinvolti. Lo staff di Marcell Jacobs ha dichiarato di non voler commentare l’accaduto, ma ha deciso di affidarsi a un avvocato per valutare eventuali azioni legali, considerandolo come un possibile danno alla sua immagine. D’altra parte, Giacomo Tortu ha scelto di non rispondere alle domande degli inquirenti, mentre Filippo Tortu si è dissociato fermamente dal caso, affermando di sperare che la vicenda venga chiarita al più presto e ribadendo di essere completamente estraneo agli eventi.

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