La tavoletta sonora: un nuovo strumento per la terapia intensiva e la stimolazione sensoriale a Esine

In un contesto delicato come quello della Terapia Intensiva, dove i pazienti sono spesso sedati e sottoposti a trattamenti intensivi, la stimolazione sensoriale gioca un ruolo cruciale nel miglioramento delle condizioni psicologiche e fisiche. L’introduzione della tavoletta sonora rappresenta un’innovazione importante in questo ambito, uno strumento che permette di stimolare i pazienti con vibrazioni e suoni, favorendo la loro reattività agli stimoli esterni.

Il progetto nasce dall’esperienza dell’architetto bresciano Alfredo Bigogno, che ha ideato la tavoletta sonora in legno dopo la morte di un amico. «Era una semplice asse che vibrava e suonava», racconta Bigogno. Dopo il triste evento, la sua creazione è diventata uno strumento terapeutico capace di riprodurre suoni e vibrazioni, utilizzato anche in ambito musicale per far vivere l’armonia a persone non udenti. Non è la prima volta che Bigogno si dedica a soluzioni innovative: infatti, ha già realizzato il progetto MAMI VOiCE, un sistema che consente ai neonati prematuri di sentire la voce della madre all’interno della termoculla.

Alberto Corona, dirigente dell’unità di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale di Esine, sottolinea come la tavoletta sonora possa avere effetti positivi nella cura dei pazienti in Terapia Intensiva. L’obiettivo è stimolare la reattività ai suoni e alle vibrazioni, inclusi quelli prodotti dai familiari, per valutare la risposta sensoriale dei pazienti. In questo contesto, si spera che l’utilizzo regolare della tavoletta possa contribuire a ridurre il delirium, una complicanza comune nelle lunghe degenze in reparto.

La ricerca è in corso presso l’ospedale di Esine, dove una studentessa in infermieristica raccoglierà i dati necessari per il progetto. Il personale del reparto, nel frattempo, collaborerà con i familiari dei pazienti, coinvolgendoli attivamente nell’utilizzo della tavoletta sonora. «La tavoletta verrà usata più volte al giorno per un tempo di circa trenta minuti», precisa Denise Danesi, coordinatrice infermieristica dell’unità. I familiari potranno partecipare a questa esperienza terapeutica, contribuendo con le loro voci o altre registrazioni personalizzate.

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