Dopo l’episodio che ieri che ha scosso la comunità di Roè Volciano, nel quale due adolescenti, di 14 e 15 anni si sono tristemente distinte per essere state coinvolte in un alterco degenerato in violenza fisica, culminato con gravi ferite per una di loro, oggi è arrivata lettera della preside di un’altra scuola per sensibilizzare gli studenti. Questa vicenda, avvenuta presso i Tormini di Roè Volciano, ha infatti sollevato profonda preoccupazione non solo tra i testimoni ma anche ben oltre i confini delle istituzioni scolastiche frequentate dalle giovani.
Camilla Lavazza, dirigente scolastica dell’istituto Cpf Scar, ha voluto richiamare tutti al senso di responsabilità.
Riflessioni sul coraggio di intervenire
Camilla Lavazza, con profonda preoccupazione, ha osservato come l’indifferenza e la curiosità morbosa abbiano prevalso sull’istinto di aiutare. Attraverso una lettera aperta, ha espresso sgomento per il comportamento dei presenti, che anziché prestare soccorso, hanno scelto di documentare l’evento con i loro dispositivi mobili, alimentando una cultura della violenza e dell’indifferenza. La preside ha sollecitato gli studenti a riconoscere la gravità delle loro azioni, o della loro mancanza di azione, sottolineando che tali atteggiamenti contribuiscono a erodere la nostra collettiva umanità e sensibilità.
Un appello alla coscienza individuale e collettiva
L’appello di Lavazza si estende oltre la condanna del singolo episodio, invitando a una riflessione più ampia sul ruolo di ciascuno nella società e sulla capacità di agire in modo costruttivo e compassionevole. La preside incita gli studenti a non lasciarsi anestetizzare dalla violenza che pervade quotidianamente le nostre vite, esortandoli a mantenere viva la loro sensibilità e a promuovere attivamente la pace e la solidarietà.
Verso un futuro di empatia e integrità
Lavazza conclude la sua missiva esprimendo un desiderio sincero di vedere gli studenti crescere non solo in termini di conoscenza ma anche come cittadini responsabili, capaci di empatia e di intervento attivo nelle situazioni di bisogno. L’incidente, lungi dall’essere un semplice episodio da condividere sui social media per qualche ora di notorietà, rappresenta un campanello d’allarme sulla necessità di riconsiderare i valori fondamentali su cui si basa la nostra convivenza civile.
La lettera si chiude con un pensiero rivolto alla giovane ferita, con l’auspicio di una pronta guarigione, e un invito alle famiglie a riflettere su queste tematiche, promuovendo un dialogo aperto e costruttivo che possa formare individui migliori, pronti ad affrontare le sfide del domani con coraggio e consapevolezza.