Le vittime, ex commesse del negozio, hanno descritto in aula come il loro ex datore di lavoro abbia compiuto atti inappropriati, come palpeggiamenti su seno e sedere, spesso giustificandosi con pretesti banali come la presenza di macchie sui loro indumenti. Una delle prime a denunciare, oggi ventinovenne, ha raccontato di essere stata oggetto di molestie circa due anni fa. Le sue rivelazioni hanno portato alla luce un comportamento preoccupante del pasticcere, inclusi anche “decine di messaggi e inequivocabili inviti a casa”, descritti come “proposte oscene” durante il dibattimento.
Un’altra giovane dipendente, minorenne all’epoca dei fatti, ha confermato il modus operandi del suo ex capo, rivelando di aver subito palpeggiamenti simili.
Di fronte a tali accuse, il pasticcere, 44 anni, ha negato fermamente ogni comportamento inappropriato, sostenendo che le accuse derivassero da semplici scherzi. Riguardo ai messaggi a sfondo sessuale inviati dal suo cellulare, ha sostenuto che il dispositivo fosse accessibile a chiunque nel laboratorio, essendo privo di misure di sicurezza come il pin.
Questo caso solleva questioni importanti su come le relazioni professionali debbano essere gestite e su quali misure debbano essere prese per garantire un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso per tutti. Mentre il processo continua, resta da vedere come queste accuse influenzeranno la vita delle persone coinvolte e la reputazione della pasticceria.