Nel pittoresco scenario del Sebino, una questione ambientale preoccupante sta attirando l’attenzione delle autorità locali. Per anni, grandi quantità di scarti derivanti dalla lavorazione della gomma si sono accumulate sul fondo del lago, costituendo una minaccia silenziosa per l’ecosistema acquatico. La Regione Lombardia, in collaborazione con l’Autorità di bacino lacuale, l’Arpa e il Cnr, è da un anno al lavoro per affrontare questa problematica, con un impegno finanziario notevole destinato alla bonifica.
Le indagini sul sito sono state avviate nell’estate scorsa, con le immersioni dei carabinieri del Nucleo sommozzatori di Genova. I risultati hanno rivelato la presenza di due principali depositi di scarti: il primo, esteso circa 450 metri quadrati e situato tra i 10 e i 40 metri di profondità, e il secondo, meno esteso con i suoi 150 metri quadrati, ma situato a una profondità maggiore di circa 50 metri. Queste zone, identificate tra Tavernola Bergamasca e Predore, mostrano tracce di metalli pesanti, amianto e micro/nano plastiche, sottolineando la gravità della contaminazione.
I depositi, datati agli anni ’70, rappresentano una sfida significativa per gli sforzi di recupero ambientale. Stando alle informazioni riportate da Bresciaoggi, i dati raccolti durante le analisi del 2023, che hanno avuto un costo di 85 mila euro a carico della Regione Lombardia, verranno presto pubblicati. Questo rappresenterà un passo importante per comprendere appieno l’entità del danno e pianificare le successive fasi del progetto di bonifica, il cui costo complessivo è stimato attorno ai due milioni di euro.