Osteopata accusato di molestie sceglie il rito abbreviato

Udienza preliminare aggiornata al 29 novembre per il caso dell'osteopata accusato di molestie sessuali

L’osteopata 50enne residente in Brianza ha scelto il rito abbreviato per il processo che lo vede accusato di molestie sessuali nei confronti di una sua paziente. L’udienza preliminare, svoltasi ieri davanti al giudice per l’udienza preliminare (gup) Gaia Sorrentino, è stata aggiornata al 29 novembre, data in cui potrebbe già essere emessa la sentenza. L’accusato, se condannato, beneficerà di una riduzione di un terzo della pena.

Le accuse di molestie e la scelta del rito abbreviato

L’accusa di molestie sessuali risale al 2022, quando l’osteopata avrebbe compiuto atti di natura sessuale, con mani e bocca, su una paziente durante una seduta all’interno dell’Albereta, un resort di lusso situato a Erbusco. La vittima, una donna francese di 50 anni residente in Svizzera, ha denunciato l’episodio, portando così all’apertura del procedimento penale.

L’ammissione delle parti civili

Durante l’udienza preliminare, il giudice Sorrentino ha ammesso tra le parti civili la donna e la struttura ricettiva dove si sarebbe consumata la violenza. Questa decisione è stata presa nonostante l’opposizione della difesa dell’imputato, che ha sottolineato come l’osteopata non sia mai stato dipendente dell’Albereta. La struttura ricettiva ha comunque ottenuto il riconoscimento come parte civile, sostenendo di aver subito un danno d’immagine dall’episodio.

Prossime fasi del processo

Il prossimo appuntamento in tribunale è fissato per il 29 novembre, data in cui potrebbe essere emessa una sentenza, qualora il giudice ritenga sufficienti le prove presentate. La scelta del rito abbreviato, che comporta una riduzione della pena in caso di condanna, è stata fatta dall’osteopata probabilmente per cercare di limitare le conseguenze negative del procedimento giudiziario.

Le reazioni delle parti coinvolte

L’accusa ha espresso soddisfazione per l’ammissione della struttura ricettiva come parte civile, sottolineando l’importanza di riconoscere i danni d’immagine subiti dall’Albereta. Dall’altra parte, la difesa dell’imputato continua a contestare le accuse, sostenendo l’innocenza del proprio assistito e criticando l’ammissione della struttura come parte civile.

Il caso ha sollevato un notevole interesse mediatico, mettendo in luce le delicate questioni legate alle accuse di molestie sessuali e alle responsabilità delle strutture ricettive nei confronti dei propri clienti.

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