Il pm Donato Greco aveva chiesto oggi, 11 giugno, la condanna per i tre imputati (10 mesi e 20 giorni per Moreni e due anni per Marco Cappelletto e Alfiero Marinelli). Tuttavia, il gup Andrea Guerrerio ha stabilito che nessuna responsabilità è attribuibile agli imputati, assolvendo Marco Cappelletto, commissario straordinario di nomina governativa di Caffaro Snia, Alfiero Marinelli, procuratore speciale per la tutela ambientale della stessa azienda, e Roberto Moreni, commissario straordinario del Sin Caffaro.
Assoluzione senza riserve
Il giudice Andrea Guerrerio ha stabilito che, nonostante l’azienda chimica Caffaro di Brescia abbia effettivamente inquinato, gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato non hanno alcuna responsabilità. In particolare, Marco Cappelletto e Alfiero Marinelli erano accusati di inquinamento doloso, mentre Roberto Moreni di inquinamento colposo. «Il fatto non sussiste» ha dichiarato il giudice, assolvendoli completamente.
Questa sentenza ha chiuso un capitolo importante riguardante le accuse contro i rappresentanti dell’azienda chimica bresciana, che erano al centro delle indagini per gravi reati ambientali. La decisione del gup ha sollevato i tre imputati da ogni responsabilità penale in merito alle accuse mosse nei loro confronti.
Il contesto delle accuse
Le accuse si riferivano a disastro ambientale colposo e deposito incontrollato di rifiuti, gravi reati che hanno messo sotto i riflettori l’azienda chimica Caffaro di Brescia. L’inchiesta, che ha portato al rinvio a giudizio di Roberto Moreni, Marco Cappelletto e Alfiero Marinelli, ha sollevato questioni riguardanti la gestione dei rifiuti e l’impatto ambientale delle attività industriali.
Nonostante le pesanti richieste di condanna avanzate dal pubblico ministero Donato Greco, la sentenza del gup ha stabilito l’innocenza degli imputati, ponendo fine a un processo delicato e complesso.
Le implicazioni della sentenza
La sentenza di assoluzione ha importanti implicazioni per il futuro delle politiche ambientali e della responsabilità aziendale in Italia. Essa stabilisce un precedente significativo per quanto riguarda le responsabilità individuali dei dirigenti aziendali in casi di inquinamento. Inoltre, la decisione del gup potrebbe influenzare le future indagini e procedimenti giudiziari relativi a reati ambientali, sottolineando l’importanza di prove concrete e inconfutabili per sostenere accuse così gravi.
Questa sentenza rappresenta un momento cruciale nel dibattito su come le responsabilità ambientali vengono gestite nel contesto legale italiano, sollevando interrogativi su come le aziende e i loro rappresentanti devono rispondere alle accuse di inquinamento e gestione impropria dei rifiuti.