Nel Lago di Garda, la pesca sta vivendo un momento critico. Simone Bocchio, pescatore di quarta generazione, ha lanciato un allarme serio rientrando a Manerba con le reti vuote. La situazione attuale del lago mette in discussione la continuità della tradizione familiare di Bocchio e di molti altri pescatori.
Alborelle, carpione, anguilla e coregoni, una volta abbondanti nel lago, sono ormai scomparsi o vietati. I persici e le sardine, che un tempo popolavano queste acque, sono diminuiti del 90%. Bocchio ha dichiarato che continuare così non è più sostenibile e potrebbe considerare di cambiare lavoro entro la fine dell’anno.
La sospensione della pesca del coregone ha rappresentato un duro colpo per il settore, che conta ufficialmente 35 pescatori sulla sponda bresciana e circa 60 su quella veronese. Bocchio ha riportato che nei primi sei mesi dell’anno, il suo pescato è diminuito del 90%. “A volte, tiriamo in barca reti completamente vuote,” ha detto Bocchio, sottolineando il drammatico cambiamento rispetto al passato.
La crisi non risparmia neanche le specie rimaste pescabili. Le sardine, che lo scorso anno abbondavano nelle acque di Sirmione e attorno all’isola dei Conigli, quest’anno sono praticamente scomparse. “Se va bene, si pescano una ventina di sardine alla volta, il che rappresenta un calo del 70% rispetto al 2023,” ha spiegato Bocchio. Anche i persici sono drasticamente diminuiti. “Gli ultimi coregoni li abbiamo pescati fino ad aprile, poi più nulla.”
La situazione ha causato l’abbandono della professione da parte di una decina di pescatori, che hanno trovato lavoro in alberghi e ristoranti. Bocchio ha anticipato che ad agosto si terrà una riunione di pescatori professionisti a Manerba per discutere non solo del coregone ma del futuro stesso della pesca nel Lago di Garda.