Il Presidio 9 Agosto si è affermato come un baluardo per la protezione del fiume Chiese e del lago di Garda, opponendosi con fermezza alla costruzione del depuratore di Montichiari e Gavardo. Questo gruppo ha trasformato la sua battaglia in un simbolo di “democrazia e giustizia” ambientale. Anche dopo aver abbandonato la sua storica sede sotto il Broletto in piazza Paolo VI a Brescia lo scorso maggio, il Presidio 9 Agosto continua a essere un punto di riferimento, riunendo attorno a sé numerose persone che condividono gli stessi valori.
La ricorrenza dei tre anni dalla prima installazione del gazebo all’ombra della Prefettura è stata celebrata con un evento che ha visto protagonisti i membri del Presidio, che da punto fisso è divenuto un’iniziativa itinerante. “Siamo impegnati a fondo sul Garda” ha dichiarato Sergio Aurora, rappresentante del movimento, “e restiamo convinti che il progetto del depuratore sia insostenibile, frutto di scelte politiche discutibili e pieni di incoerenze”.
Aurora ha evidenziato due delle principali criticità del progetto: “Il processo di progettazione è stato avviato da Acque Bresciane prima ancora di completare lo studio sullo stato di salute del collettamento del lago. Inoltre, l’Unione Europea richiede che i corpi idrici che ricevono acque depurate siano classificati almeno come ‘buoni‘. Al momento, il fiume Chiese, per il quale è in corso uno studio finanziato dalla Regione Lombardia con conclusione prevista per il 2025, ha una qualità dell’acqua valutata solo come ‘sufficiente’“.
Una ferita aperta: la nomina del Commissario straordinario
Una questione particolarmente controversa per il Presidio è stata la nomina, da parte del governo, di un commissario straordinario, ruolo attualmente ricoperto dal prefetto. Con l’arrivo di Andrea Polichetti, che sostituirà Maria Rosaria Laganà, anche l’incarico di commissario passerà automaticamente a lui. “Chiederemo presto un incontro per discutere le nostre ragioni” ha annunciato Aurora.
Nonostante il passare del tempo, il Presidio 9 Agosto continua a mantenere ferme le sue posizioni grazie al costante dialogo con esperti e a un’attività informativa continua. Gli esponenti del movimento sottolineano che il depuratore non sarebbe solo dannoso per il fiume Chiese, ma anche per il lago di Garda, evidenziando come i costi di realizzazione siano già aumentati del 77% rispetto a due anni fa. Una soluzione alternativa per la depurazione delle acque del Benaco è ancora possibile, e potrebbe emergere attraverso un concorso di idee a livello europeo.