Il dibattito sulla cittadinanza agli studenti stranieri a Chiari: una questione di dignità e integrazione

La proposta di concedere la cittadinanza agli studenti stranieri che frequentano le scuole italiane ha scatenato un acceso dibattito nel Consiglio comunale di Chiari

La proposta di concedere la cittadinanza agli studenti stranieri che frequentano le scuole italiane ha scatenato un acceso dibattito nel Consiglio comunale di Chiari. L’iniziativa è partita dal consigliere di minoranza Massimo Vizzardi, che ha richiesto il sostegno dell’aula per appoggiare lo ius scholae, un provvedimento mirato a riconoscere la cittadinanza a giovani che crescono e si formano in Italia.

La proposta di Vizzardi è stata accolta con opinioni contrastanti. Da un lato, il consigliere ha sostenuto che questo diritto rappresenterebbe una speranza e una crescita per l’intera comunità: quasi il 30% della popolazione scolastica è costituita da giovani stranieri, e offrire loro la cittadinanza significherebbe dar loro dignità e un senso di appartenenza. Tuttavia, l’opposizione di Gianmario Sirani, consigliere di maggioranza, è stata ferma: ha sottolineato l’importanza di un percorso di integrazione culturale per prevenire atti di vandalismo come quelli avvenuti recentemente nella chiesetta dei Casotti, che è stata imbrattata con scritte in arabo.

Vizzardi ha sottolineato che, per molti giovani nati e cresciuti a Chiari, il percorso verso la cittadinanza resta complicato e pieno di ostacoli, nonostante siano ormai parte integrante della comunità. Ha evidenziato come, anche al compimento dei 18 anni, il diritto alla cittadinanza possa essere compromesso da un cambio di residenza temporaneo, dovuto magari a esigenze familiari, rendendo la questione non solo burocratica, ma anche personale.

Il sindaco di Chiari, Gabriele Zotti, ha espresso la sua contrarietà alla semplificazione dell’iter per ottenere la cittadinanza. Secondo Zotti, i giovani stranieri non subiscono discriminazioni né nel contesto scolastico né in quello sportivo e dovrebbero considerare il raggiungimento dei 18 anni come una tappa da conquistare con orgoglio. In un intervento provocatorio, ha dichiarato di aver conferito numerose cittadinanze da giugno e di voler mantenere questo impegno, auspicando però che i sindaci possano revocarla nel caso in cui i cittadini non dimostrino di meritarla.

In contrasto con la posizione del sindaco, il consigliere Marco Salogni ha proposto di includere nel dibattito l’Associazione dei Comuni Bresciani, oltre all’Anci, e di considerare il completamento dell’obbligo scolastico come requisito per ottenere la cittadinanza. Salogni ha lodato il coraggio di questi giovani che, nonostante le difficoltà, affrontano la vita con determinazione.

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