La carenza di personale infermieristico negli ospedali di Brescia è sempre più evidente e preoccupante. Secondo i dati riportati da Nursing Up, il problema ha raggiunto dimensioni critiche, con il Civile di Brescia che registra un deficit di circa 180 professionisti sanitari. Questo fenomeno non riguarda solo Brescia, ma rappresenta un sintomo di una crisi più ampia che interessa l’intero sistema sanitario lombardo.
Le cause della fuga
Alla base di questa situazione vi sono condizioni lavorative difficili e stipendi considerati insufficienti rispetto al carico di lavoro richiesto. Gli infermieri affrontano turni massacranti, spesso di 12 ore consecutive, a fronte di compensi che raramente superano i 1.600-1.800 euro al mese.
Questa disparità diventa ancora più evidente quando si confrontano gli stipendi italiani con quelli offerti in Svizzera, dove gli infermieri possono guadagnare oltre 3.200 euro mensili, quasi il doppio rispetto a quanto percepiscono in Italia. La prospettiva di una retribuzione più alta e di condizioni di lavoro migliori sta spingendo molti professionisti a dimettersi volontariamente e a cercare opportunità all’estero.
L’impatto sulla sanità locale
In appena un anno e mezzo, gli ospedali bresciani hanno registrato circa 150 dimissioni volontarie di personale infermieristico. Questa emorragia di professionisti ha conseguenze dirette sulla qualità dell’assistenza sanitaria: i reparti rimangono sotto organico, i turni si fanno ancora più pesanti e i pazienti rischiano di subire ritardi o disservizi.
La situazione è particolarmente critica nel caso del Civile di Brescia, dove la carenza di infermieri sta mettendo a dura prova la capacità dell’ospedale di garantire cure efficienti.
L’allarme dei sindacati
Nursing Up, uno dei principali sindacati di categoria, ha lanciato un allarme, evidenziando come questa tendenza possa aggravare ulteriormente le difficoltà del sistema sanitario lombardo. Il sindacato chiede interventi urgenti, tra cui miglioramenti salariali e una revisione delle condizioni di lavoro, per evitare che la fuga degli infermieri diventi un fenomeno irreversibile.
Prospettive future
La crisi in atto richiede un’azione rapida e mirata da parte delle istituzioni, non solo per aumentare la competitività degli stipendi italiani, ma anche per migliorare l’organizzazione del lavoro e ridurre lo stress lavorativo. Senza un’inversione di tendenza, il rischio è quello di una sanità pubblica sempre più fragile e incapace di rispondere ai bisogni della popolazione.