Svastiche a Brescia: indignazione e condanna per l’atto vandalico

Svastiche a Brescia: simboli nazisti deturpano il centro storico. Indignazione politica e compattezza nella difesa dei valori democratici e della memoria storica.

Nella notte tra il 17 e il 18 dicembre, il centro storico di Brescia è stato deturpato da svastiche disegnate su muri e monumenti, un gesto che ha sollevato indignazione e un coro unanime di condanna.

Il cuore di Brescia sfregiato

Simboli nazisti sono comparsi in diversi punti della città, tra cui la facciata laterale dell’istituto Gambara, la fontana di via Trieste e il basamento della statua della Bella Italia in Piazza Loggia. Quest’ultimo luogo è particolarmente simbolico, essendo teatro della strage neofascista del 28 maggio 1974, che provocò otto morti e 102 feriti. Le svastiche, tracciate con una bomboletta nera, hanno sfregiato una città medaglia d’argento alla Resistenza e profondamente legata ai valori democratici.

Per ora, nessuna rivendicazione è giunta da parte degli autori del gesto, ma le connessioni con il recente corteo neofascista svoltosi a Brescia hanno acceso il dibattito politico.

Le reazioni della politica

L’episodio ha scatenato un’ondata di sdegno trasversale tra le forze politiche. La sindaca Laura Castelletti ha definito l’atto un “affronto all’anima democratica e inclusiva della città”. Ha ribadito che Brescia non arretrerà nella difesa dei suoi valori, invitando tutte le forze politiche a prendere una posizione netta contro questi gesti inaccettabili.

Gian Antonio Girelli (PD) ha sottolineato come questi episodi siano il risultato di un clima divisivo che alimenta odio e tensione. Ha invitato tutti, compreso il centrodestra, a condannare senza ambiguità, simboli e comportamenti che richiamano a una tragica stagione della storia italiana.

Anche Paola Pollini (M5S), presidente della Commissione regionale Antimafia, ha espresso preoccupazione per il gesto, definendolo uno sfregio alla memoria della città. Ha auspicato un’identificazione rapida delle responsabilità e una condanna unanime da parte delle istituzioni.

Il centrodestra bresciano ha condannato fermamente l’episodio, definendolo un’offesa alla memoria storica e ai valori di resistenza e libertà che contraddistinguono la città. La senatrice Mariastella Gelmini ha dichiarato che Brescia non si farà intimidire, rimarcando l’importanza di condannare questi atti per preservare i valori di pace e democrazia.

Un simbolo della Resistenza oltreggiato

Particolarmente grave è stato considerato lo sfregio al monumento della Bella Italia in Piazza Loggia, un luogo già segnato dalla violenza della strage del 1974. Fabrizio Benzoni (Azione) ha sottolineato che questi atti non rappresentano Brescia, una città inclusiva e democratica. Tino Magni (AVS) ha ribadito la necessità di vietare le manifestazioni di organizzazioni neofasciste, ritenendole offensive per la coscienza democratica del Paese.

Memoria e valori democratici

L’episodio ha riacceso il dibattito sulla necessità di vigilare contro il ritorno di simboli e ideologie che la storia ha già condannato. Brescia, con la sua tradizione antifascista, si è mostrata compatta nella condanna dell’accaduto e nell’impegno a difendere i valori della Costituzione.

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

La comunità di Gargnano è sotto shock per la scomparsa improvvisa di Italo Bringhenti, volto...
In centinaia ai funerali della giovane: chiesa gremita, silenzio e palloncini rosa per l’ultimo saluto....
A bordo del mezzo si trovavano due uomini, rispettivamente di 30 e 36 anni, sottoposti...

Altre notizie