Movida al Carmine: dubbi su trasparenza e gestione dei fondi comunali

Fratelli d’Italia critica la sperimentazione del Comune e chiede maggiore chiarezza sui progetti finanziati

La gestione della movida nel quartiere Carmine torna al centro del dibattito politico. Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia ha sollevato interrogativi sulla trasparenza e sull’efficacia del progetto sperimentale avviato dal Comune, obbligato a intervenire dopo una sentenza della Corte di Cassazione del giugno 2023. La decisione della Corte impone all’Amministrazione comunale di risolvere il problema o affrontare un possibile risarcimento di 2,4 milioni di euro richiesto dai residenti.

Tra le spese sostenute per questa sperimentazione, dal valore complessivo di 300mila euro, si evidenziano i 60mila euro affidati direttamente alla Cooperativa Calabrone, di cui 30mila già liquidati.

Le accuse di Fratelli d’Italia

Secondo il capogruppo Mattia Margaroli, la gestione delle risorse pubbliche presenta zone d’ombra: «Siamo stanchi di vedere affidamenti diretti senza verifiche sulle attività effettivamente svolte. I cittadini hanno il diritto di sapere come vengono spesi i soldi del Comune».

Anche la consigliera Mariangela Ferrari sottolinea la necessità di rendicontazioni chiare: «Se i residenti continuano a lamentarsi, come potrà il Comune dimostrare l’efficacia della spesa? Senza prove adeguate, rischiamo di dover bloccare ulteriori pagamenti». Fratelli d’Italia ha evidenziato, attraverso l’analisi degli atti, che diversi aspetti del progetto risultano irregolari o non documentati a sufficienza.

Criticità emerse dagli atti

L’esame della documentazione ha portato alla luce numerose criticità, tra cui:

  • L’assenza di verbali ufficiali che confermino la presenza notturna degli operatori nel quartiere.
  • La mancata rendicontazione delle 600 ore minime di attività previste dal contratto.
  • L’impossibilità di accedere ai dati raccolti e analizzati dalla cooperativa.
  • L’assenza di aggiornamenti grafici sui 15 totem informativi inseriti nel progetto.
  • Report progettuali giudicati ripetitivi, con sospetti di “copia e incolla”, e ritardi nella consegna.
  • La mancanza di verbali dettagliati degli incontri tra la cooperativa, l’Amministrazione comunale e le parti coinvolte.

Carlo Andreoli, altro consigliere di Fratelli d’Italia, ha poi evidenziato un punto controverso: «L’affidamento diretto prevedeva una durata fino a ottobre 2024, ma pochi giorni prima è stato prorogato al 31 dicembre. Questo sarebbe avvenuto a causa di modifiche al Regolamento di polizia urbana e ad altre attività non completate nei tempi previsti. Ci chiediamo però quale sia la reale motivazione».

La richiesta di monitoraggio e coinvolgimento dei residenti

Fratelli d’Italia intende portare il tema nuovamente in Consiglio comunale, sollecitando un monitoraggio più stringente dei progetti e chiedendo un maggiore coinvolgimento dei residenti. Gli abitanti del Carmine, che da anni denunciano disagi legati alla movida, lamentano l’assenza di soluzioni concrete e chiedono maggiore attenzione da parte delle istituzioni.

Conclusione

Il caso della movida al Carmine evidenzia la necessità di maggiore trasparenza e rendicontazione nelle iniziative pubbliche, soprattutto quando si tratta di gestire problematiche complesse come il rapporto tra il diritto al divertimento e la qualità della vita dei residenti. Il confronto politico è aperto, e si attendono chiarimenti e interventi risolutivi.

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