Un imprenditore è stato sequestrato e costretto a cedere beni per oltre 1,5 milioni di euro . È quanto emerso dall’inchiesta della Procura di Brescia e della Guardia di Finanza , che ha portato all’arresto di sei persone con accuse di sequestro di persona ed estorsione . L’indagine si inserisce in un contesto più ampio di evasione fiscale e frode economica , con l’emissione di fatture false per oltre 250 milioni di euro .
Un sistema di evasione fiscale nel settore edile
Le indagini, avviate nel 2022 , hanno svelato l’esistenza di un sistema illecito di somministrazione di manodopera nel settore edile , operante tra le province di Brescia, Milano e Bergamo . Per alimentare il meccanismo fraudolento, sarebbero state create società fittizie , utilizzate per generare crediti fiscali inesistenti e per omettere dichiarazioni fiscali.
Nel corso delle operazioni, la Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 2 milioni di euro , individuando due strutture criminali collegate, di cui una legata alla cosca ‘ndranghetista Piromalli-Molé .
Maxi sequestro da 27 milioni di euro
La gravità dell’attività fraudolenta ha portato al sequestro preventivo di beni per oltre 27 milioni di euro , ritenuti provento delle compensazioni fiscali e dell’imposta evasa. Secondo gli inquirenti, le società coinvolte avrebbero utilizzato crediti d’imposta inesistenti per ottenere indebiti vantaggi fiscali.
Misure interdittive per imprenditori e professionisti
Oltre agli arresti, la Guardia di Finanza ha emesso nove misure interdittive nei confronti di sette imprenditori edili e due professionisti di Brescia , accusati di aver concorso nel reato di indebita compensazione fiscale per un valore di 1,5 milioni di euro .
L’operazione rappresenta un nuovo colpo alle infiltrazioni criminali nel settore edile e alla diffusione di pratiche illecite per l’evasione fiscale , confermando il forte impegno delle forze dell’ordine nella lotta alla criminalità economica.