Proprio nel momento in cui, sotto gli occhi dell’intera comunità internazionale, lo scontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky si consumava nello Studio Ovale, a Brescia veniva presa una decisione significativa. Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità un gemellaggio con Irpin, città simbolo della resistenza ucraina, o con un altro comune del Paese. Una scelta bipartisan che venerdì ha segnato un chiaro messaggio di vicinanza e impegno nei confronti del popolo ucraino. La proposta è nata da un’iniziativa presentata inizialmente da Fratelli d’Italia e poi condivisa dall’intera amministrazione.
Un messaggio di pace e solidarietà
“Questa decisione assume un valore ancora più profondo in un contesto internazionale complesso e teso – ha dichiarato la sindaca Laura Castelletti –. Brescia ribadisce con forza i valori della pace, della solidarietà e della convivenza, principi che da sempre guidano la nostra città. A breve daremo il via al processo formale per il gemellaggio”.
Inizialmente, l’ordine del giorno faceva riferimento esplicito alla città di Irpin, devastata nei primi mesi dell’invasione russa. Tuttavia, per garantire maggiore flessibilità, il testo è stato modificato, lasciando aperta la possibilità di scegliere un’altra località ucraina. Brescia ha manifestato il proprio sostegno all’Ucraina fin dall’inizio del conflitto, un impegno riconosciuto anche dalla comunità locale. “Ieri, dopo un incontro con gli studenti in Loggia – ha raccontato la sindaca – una giovane ucraina mi ha abbracciata in lacrime. Era profondamente scossa dagli eventi alla Casa Bianca, ma ha trovato conforto nella posizione assunta dalla nostra città”.
Un’iniziativa bipartisan a tutela dei valori europei
L’atteggiamento di Trump nell’incontro con Zelensky ha suscitato numerose reazioni. La sindaca Castelletti si è detta “esterrefatta” per quanto accaduto in mondovisione, mentre il leghista Fabio Rolfi, vicepresidente della Provincia e consigliere comunale, ha espresso un giudizio netto: “Quello che è successo a Washington non mi è piaciuto, non solo per lo stile, ma anche per il significato politico. La pace deve essere giusta e rispettosa, senza umiliare chi ha perso tutto e senza indebolire l’Europa, che deve affermarsi come unione federale di popoli”.
Anche Rolfi ha sottolineato il valore del gemellaggio, definendolo “una proposta di buon senso”: “Brescia sceglie di stare dalla parte della libertà e della civiltà. È chiaro chi sia l’aggressore e chi l’aggredito, e dobbiamo ricordare che il conflitto in Ucraina ha radici ben più profonde di quanto possa sembrare”.
Dello stesso avviso Mattia Margaroli, capogruppo di Fratelli d’Italia, che ha sottolineato l’importanza della convergenza politica sull’iniziativa: “Sono soddisfatto che la proposta sia stata accolta trasversalmente. È un tema che tocca tutti, indipendentemente dalle appartenenze. Abbiamo scelto Irpin perché Bergamo ha avviato il gemellaggio con Bucha, due città simbolo della sofferenza e della resistenza”.
Anche il Partito Democratico ha ribadito il valore strategico dell’iniziativa. Il capogruppo Roberto Omodei ha evidenziato l’importanza dei gemellaggi nel costruire reti di pace e solidarietà: “In un momento così delicato, Brescia vuole lanciare un segnale forte. Quanto accaduto a Washington non è solo un episodio di tensione diplomatica, ma un preoccupante segnale di instabilità. Dobbiamo continuare a schierarci dalla parte della democrazia e del diritto internazionale“.
Una presa di posizione chiara, che rafforza il ruolo di Brescia nel contesto delle relazioni internazionali e riafferma il suo impegno per la pace.