Monitoraggio ambientale a Manerbio: gli aggiornamenti su Finchimica

Arpa Lombardia, l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente, ha confermato che la situazione di criticità ambientale all'interno del sito Finchimica di Manerbio continua a persistere

Arpa Lombardia, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, ha confermato che la situazione di criticità ambientale all’interno del sito Finchimica di Manerbio continua a persistere. La zona è al centro dell’attenzione già da tempo, a causa della presenza di sostanze chimiche che destano preoccupazione. Il sito, che ospita la storica azienda bresciana attiva dal 1976 e specializzata nella produzione di principi attivi per fitofarmaci, è sotto monitoraggio continuo per le problematiche ambientali derivanti dalle sue attività industriali.

I dati più recenti raccolti da Arpa nel corso della campagna di monitoraggio delle acque evidenziano la presenza di sostanze pericolose come clorobenzotrifluoruro, cloroformio, diclorobenzotrifluoruro, dicloropropano, manganese, tetracloroetilene e tricoloropropano. Queste sostanze, tra cui alcuni erbicidi come Ethalfuarlin e Spirochetal, sono considerate “probabilmente cancerogene”. Le analisi condotte durante il monitoraggio delle acque sotterranee, effettuato il 28 e 29 gennaio, hanno confermato la persistenza di queste sostanze in alcune aree del sito.

Una delle misure adottate per contenere il problema è l’installazione di una barriera idraulica, che è attiva dal 31 ottobre 2024. Secondo i dati di Arpa, questa misura si sta rivelando efficace nel bloccare la migrazione dei contaminanti verso valle, impedendo così che le sostanze pericolose si diffondano ulteriormente nel territorio circostante. Tuttavia, Arpa sottolinea che il monitoraggio dovrà continuare e che sarà necessario mantenere la barriera attiva, dato che alcune sostanze stanno ancora eccedendo i limiti di legge nei piezometri situati a valle del sito.

Finchimica, dal canto suo, ha reagito alle criticità emerse con un comunicato che evidenzia i progressi ottenuti nella gestione della situazione. L’azienda sottolinea che le analisi effettuate sulle acque in ingresso e in uscita dal suo impianto di trattamento delle acque di falda, che include la barriera idraulica, mostrano risultati positivi. In particolare, le concentrazioni di sostanze monitorate nei piezometri esterni al sito risultano assenti o ben al di sotto dei limiti di legge, con un unico caso che si trova appena al di sotto del limite consentito.

La barriera idraulica di Finchimica, composta da 12 pozzi interconnessi a un impianto di trattamento TAF, è stata attivata con successo. I dati raccolti finora sono descritti come “confortanti” dall’azienda, che afferma di aver raggiunto, a soli tre mesi dall’entrata in funzione, una protezione adeguata contro le fuoriuscite di contaminanti, siano essi legati al ciclo produttivo o meno.

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