La storica Villa Brioschi è stata abbattuta in poche ore a San Pietro di Corteno Golgi, suscitando indignazione tra residenti, turisti e autorità locali. Il cantiere, avviato per un intervento di ristrutturazione finalizzato alla realizzazione di un residence di lusso, ha invece portato alla quasi totale demolizione del fabbricato, con la sola torretta originaria ancora in piedi, ma pesantemente modificata.
L’episodio ha scatenato un’ondata di proteste, soprattutto sui social, dove in molti hanno definito l’intervento “scellerato”. A gettare ulteriore benzina sul fuoco, il fatto che l’amministrazione comunale fosse all’oscuro della demolizione, avvenuta prima che l’ufficio tecnico potesse esaminare la documentazione edilizia.
L’intervento era stato comunicato tramite una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), regolarmente protocollata nella mattinata di giovedì, ma analizzata solo ore dopo, quando i lavori erano ormai in fase avanzata. Il sindaco Giuseppino Lippi ha chiarito che l’autorizzazione ambientale allegata non prevedeva l’abbattimento dell’edificio, ma solo lavori interni come il rifacimento di solette e pareti, mantenendo le strutture perimetrali.
Di fronte a questa discrepanza, il Comune ha immediatamente disposto la sospensione dei lavori, notificata tramite PEC a tutti i soggetti coinvolti: progettista, committente e impresa esecutrice. Tuttavia, il danno era già stato fatto. La parola ora passa alla Sovrintendenza, che dovrà verificare se ci sono state violazioni tali da comportare responsabilità penali.
Villa Brioschi non era solo un immobile di pregio architettonico in stile liberty, ma anche un luogo carico di memoria storica. Secondo quanto ricostruito dallo storico locale Antonio Stefanini, l’edificio venne costruito nei primi anni del ’900 dalla famiglia valtellinese di Emilio Quadrio e ospitò figure di rilievo come Filippo Turati, Anna Kuliscioff e il premio Nobel Camillo Golgi, nativo proprio di Corteno.
Il nome Villa Brioschi risale al periodo successivo alla Prima guerra mondiale, quando alcuni discendenti dell’imprenditore farmaceutico Achille Brioschi acquistarono la proprietà, affascinati dalla bellezza del luogo. Da allora, la villa ha rappresentato un simbolo del patrimonio culturale locale, oggi irrimediabilmente compromesso.
«Chi si definisce custode del nostro patrimonio non può ignorare le responsabilità», ha commentato il sindaco, sottolineando la gravità dell’accaduto. Se dovessero emergere irregolarità, i responsabili potrebbero dover rispondere penalmente per la distruzione di un bene storico che ha segnato profondamente la memoria collettiva del paese.
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