L’uccisione di un cigno femmina, impegnato a covare sette uova sulle rive del Lago d’Iseo, ha generato una forte ondata di sdegno. L’episodio, avvenuto a Toline, una piccola frazione di Pisogne, rappresenta un atto di crudeltà che va oltre il singolo gesto: è un attacco simbolico al rispetto per la natura e alla convivenza civile. Gian Marco Prampolini, presidente della Lega Antivivisezionista (LEAL), ha definito l’accaduto come un atto “di crudeltà inaccettabile” che “colpisce non solo la vita di un animale indifeso, ma anche i valori fondamentali del vivere comune”.
Il tragico ritrovamento è avvenuto la mattina di Pasquetta, quando una passante che percorreva la ciclopedonale che collega Toline a Pisogne ha notato la carcassa del cigno, riversa a pochi passi dal nido situato in un canneto lungo la riva. L’animale, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato colpito da una grossa pietra lanciata dalla strada sovrastante. La donna ha subito allertato la Polizia Provinciale, che è intervenuta sul posto per recuperare la carcassa e affidarla all’Istituto Zooprofilattico di Brescia, dove verranno effettuate le analisi per chiarire le circostanze della morte.
La LEAL ha immediatamente reagito depositando una denuncia contro ignoti presso le autorità competenti, facendo riferimento alle leggi vigenti in materia di maltrattamento e protezione degli animali. L’organizzazione ha inoltre dichiarato l’intenzione di costituirsi parte civile nel procedimento penale che potrebbe scaturire dalle indagini. “Solo con una maggiore consapevolezza e un’azione decisa – ha affermato Prampolini – potremo sperare di fermare questa escalation di violenza contro gli animali”.