Omicidio di Puegnago, Mauro Pedrotti in aula per la prima volta: “Otto minuti per uccidere sua madre”

Il 55enne operaio, reo confesso, ha assistito senza emozioni alla ricostruzione del delitto. Il movente: soldi e proprietà

Tribunale di Brescia

Per la prima volta Mauro Pedrotti ha presenziato in aula al processo per l’omicidio della madre, la 78enne Santina Delai, avvenuto alle prime luci dell’alba del 7 febbraio 2024 a Puegnago sul Garda, nel Bresciano. L’uomo, 55 anni, operaio e incensurato fino a quel momento, è reo confesso: ha ammesso di aver tolto la vita alla madre nella casa dove la donna viveva da sola, accanto all’abitazione in cui lui risiedeva con la moglie.

Durante l’udienza dinanzi alla Corte d’Assise di Brescia, Pedrotti è rimasto impassibile, anche quando i medici legali hanno descritto in dettaglio gli ultimi istanti di vita della vittima. Secondo l’autopsia, l’uomo l’avrebbe prima soffocata con le mani, poi strozzata con un foulard, dopo averle tappato naso e bocca per impedirle di urlare. Otto lunghissimi minuti: questo il tempo che sarebbe servito per completare l’omicidio.

Dopo il delitto, Pedrotti avrebbe tentato di simulare una rapina, mettendo in disordine alcune stanze. Successivamente, si era recato al lavoro a Manerba del Garda, timbrando regolarmente il cartellino. Tra le 6.40 e le 6.41 avrebbe provato a chiamare due volte la madre sul cellulare, ben sapendo che non avrebbe risposto, per poi tornare a casa e allertare il datore di lavoro, fingendo di aver appena scoperto il corpo.

Uno dei carabinieri intervenuti ha testimoniato in aula: “Ci disse subito che doveva trattarsi di una rapina, ma l’orario e le circostanze erano sospette. Inoltre, poco dopo ci chiese se si potevano già chiamare le onoranze funebri e se fosse davvero necessaria l’autopsia”.

Ma è soprattutto il movente economico a delineare il contorno tragico della vicenda. Pedrotti aveva dichiarato di aver ucciso la madre perché si opponeva al trasferimento in una nuova casa, ma le indagini hanno rivelato problemi finanziari gravi. Dopo la morte del marito, Santina Delai aveva ceduto la nuda proprietà della propria abitazione al figlio, mantenendo però il diritto di usufrutto. La casa risultava intestata alla moglie di Pedrotti, elemento che, secondo gli investigatori, indica un interesse patrimoniale.

Durante il processo è emerso che l’uomo conduceva uno stile di vita superiore alle sue possibilità, con spese consistenti e ripetute: oltre 1.700 euro in un solo weekend ad Abano Terme e 2.000 euro per un gioiello, a fronte di entrate modeste. Le analisi bancarie hanno rivelato “anomalie” nei prelievi dal conto della madre per un totale di 81.870 euro dal 2022 in poi.

Inoltre, Pedrotti aveva difficoltà a saldare un finanziamento acceso tempo prima e rinegoziato più volte. “A gennaio 2024 il debito residuo era ancora di 50mila euro”, ha spiegato alla Corte uno dei militari del Nucleo investigativo di Brescia.

Durante la lettura in aula di un’intercettazione ambientale, registrata in carcere durante un colloquio con la moglie, Pedrotti definisce la madre “una bastarda di merda” nel momento in cui la donna gli comunica di avere ricevuto le ceneri della vittima dopo la cremazione. Anche in questo frangente, l’imputato è rimasto immobile, senza mostrare alcuna reazione.

La prossima udienza del processo è stata fissata per il 18 settembre, data in cui verranno ascoltati altri testimoni e proseguirà l’analisi del movente. La posizione di Pedrotti, alla luce delle prove raccolte, appare sempre più compromessa.

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