Una rete verde lunga più di 110 chilometri si snoda oggi tra i quartieri e i parchi di Brescia, grazie al progetto di 16 itinerari di trekking urbano ideato e promosso dal Comune. L’iniziativa, inclusa nel Piano del Verde e della Biodiversità recentemente approvato, mira a trasformare la mobilità cittadina, puntando su percorsi pedonali e ciclabili che attraversano aree verdi, parchi urbani e zone di valore storico.
Il cuore del progetto è la volontà di “ricucire” il tessuto urbano con l’ambiente naturale che lo circonda, restituendo ai cittadini una nuova visione del territorio, accessibile a piedi e sostenibile. I 16 percorsi si sviluppano su tutto il territorio comunale, attraversando i 33 quartieri della città, dal centro storico fino alle periferie.
Tra gli itinerari più significativi, spiccano quelli che includono il Parco delle Colline, il Parco delle Cave, ma anche il recuperato comparto Milano, un’ex area industriale oggi trasformata in simbolo della rinascita ambientale urbana. L’obiettivo è valorizzare luoghi spesso poco conosciuti, promuovendo un modo alternativo e più consapevole di vivere la città.
Il Piano del Verde, all’interno del quale sono stati pensati i trekking urbani, si inserisce in una strategia più ampia che include le cosiddette Infrastrutture Verdi e Blu: una rete ecologica fatta di percorsi e connessioni ambientali, pensata per integrare la biodiversità con l’urbanistica, migliorando la qualità della vita e la fruizione degli spazi pubblici.
La Loggia punta su una visione innovativa della mobilità urbana, in cui il cittadino non è solo un utente della strada, ma un esploratore del territorio, in grado di attraversare la città in modo lento, attento e sostenibile. I percorsi non sono solo una proposta ricreativa, ma rappresentano un’azione concreta per ridurre il traffico, promuovere la salute e favorire la coesione sociale.
La mappa degli itinerari sarà consultabile online e nei principali punti informativi cittadini, con l’intento di coinvolgere anche scuole, associazioni e turisti. L’intero progetto si candida a diventare un modello replicabile, che potrebbe ispirare altre città a investire nella valorizzazione del proprio “cuore verde”.