Sanità in crisi a Brescia: negli ospedali mancano 400 infermieri

Turni massacranti, ferie non godute e carichi insostenibili: il sistema sanitario bresciano sotto pressione per la carenza di personale infermieristico

La sanità pubblica bresciana vive un momento di grande difficoltà. Quasi 400 infermieri mancano all’appello nelle strutture ospedaliere del territorio, una cifra che certifica la gravità di un fenomeno ormai cronico. Lo rivela un’indagine approfondita sul fabbisogno reale dell’Ats di Brescia, che coinvolge le tre principali Aziende socio sanitarie territoriali: Asst Spedali Civili, Asst Franciacorta e Asst del Garda.

I segnali del collasso sono ormai evidenti: ferie accumulate e mai fruite, turni di lavoro consecutivi con pause minime, straordinari diventati la regola. Per i professionisti del comparto infermieristico, il lavoro in corsia sta diventando sempre più gravoso e poco sostenibile. E mentre il sistema arranca, i concorsi pubblici non riescono a coprire i posti vacanti, anche a causa di condizioni economiche e organizzative che non rendono attrattivo il lavoro nella sanità pubblica.

Molti infermieri scelgono di abbandonare il sistema ospedaliero pubblico per cercare condizioni migliori altrove. Alcuni optano per la Svizzera, dove gli stipendi sono sensibilmente più alti e i ritmi più sostenibili. Altri scelgono la libera professione con partita IVA, oppure il lavoro in strutture private o Rsa, dove il carico assistenziale è spesso più equilibrato e la gestione del tempo meno oppressiva.

Le tre Asst del territorio continuano a lavorare con organici ridotti, mantenendo operativi i reparti solo grazie alla flessibilità estrema del personale rimasto. Questo si traduce in un rischio concreto per la qualità dell’assistenza ai pazienti, oltre che in un forte impatto psicofisico su chi ogni giorno opera nei reparti.

Il problema è strutturale e non può essere risolto con soluzioni tampone. I concorsi indetti negli ultimi anni hanno prodotto risultati limitati: troppo pochi i candidati, spesso giovani alle prime armi, che fuggono dopo pochi mesi per mancanza di prospettive, supporto e condizioni adeguate. Serve una strategia più ampia e coordinata, capace di attrarre nuovi professionisti ma anche di trattenere chi è già attivo, valorizzandone competenze ed esperienza.

In questo scenario, le conseguenze non ricadono solo sul personale, ma sull’intero sistema di cura. Reparti sovraccarichi, liste d’attesa in aumento, turnazioni gestite in emergenza: ogni aspetto dell’organizzazione ospedaliera ne risente, compromettendo la capacità di risposta e la sicurezza stessa delle prestazioni.

La carenza di infermieri è una delle sfide più urgenti del sistema sanitario nazionale e Brescia ne rappresenta un caso emblematico. In assenza di interventi strutturali, il rischio è che questa emorragia di professionisti metta definitivamente in crisi l’intero assetto assistenziale pubblico, a scapito dei cittadini e dei lavoratori.

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

Turni di 12 ore e salari poco competitivi spingono sempre più infermieri a lasciare gli...

Altre notizie