Giacomo Bozzoli, condannato all’ergastolo per omicidio, è stato arrestato nella sua villa di Soiano del Garda dopo dieci giorni di fuga. Decisivo l’intervento dei carabinieri giovedì 11 luglio.
Il latitante è stato scoperto grazie a dettagli apparentemente insignificanti.
Il motore dell’impianto di condizionamento acceso è stato il primo indizio che qualcuno fosse all’interno della villa. Questo ha spinto le forze dell’ordine a perquisire la residenza, trovando Bozzoli nascosto nel cassettone del letto. La sua cattura ha concluso una ricerca che aveva coinvolto l’intera Europa e oltre.
La tecnologia ha giocato un ruolo fondamentale.
Giovedì scorso, una delle telecamere di sorveglianza della villa ha smesso di funzionare, segnalando la possibile presenza di qualcuno. Altri indizi sono emersi durante la perquisizione: alimenti e bevande nel frigorifero e oggetti personali di Bozzoli, come un dopobarba e vestiti simili a quelli che indossava mentre veniva ripreso a Marbella il 30 giugno.
Bozzoli, condannato per l’omicidio dello zio Mario, è stato accusato di aver gettato il corpo nel forno della fonderia di famiglia. Dopo la condanna all’ergastolo, la fuga di Bozzoli sembrava ben orchestrata, ma le tracce lasciate durante il suo rientro in Italia hanno permesso agli investigatori di rintracciarlo.
L’incontro con il difensore.
Questa mattina, 13 luglio, Bozzoli ha incontrato per la prima volta il suo avvocato, Luigi Frattini, nel carcere di Bollate, dove è stato trasferito dopo una breve permanenza al Nerio Fischione. Il legale ha confermato l’intenzione di Bozzoli di continuare a dichiararsi innocente, facendo riferimento a un testimone che potrebbe scagionarlo.