Sciopero dei mezzi pubblici blocca la città: traffico in tilt e code sulle tangenziali

Il fermo nazionale dei trasporti paralizza Brescia e provincia, con traffico congestionato su strade e tangenziali

Lo sciopero nazionale di 24 ore del trasporto pubblico locale ha portato disagi significativi agli utenti dei mezzi pubblici, lasciando una gran parte della popolazione senza autobus e metropolitane e causando un aumento esponenziale del traffico cittadino. A Brescia, l’adesione alla protesta è stata alta, con servizi minimi garantiti solo in specifiche fasce orarie da Arriva e Brescia Trasporti, le principali aziende di trasporto. La metro, infatti, ha offerto un servizio ridotto, limitato agli orari dalle 6 alle 9 e dalle 11.30 alle 14.30.

Di fronte alla scarsa disponibilità di mezzi pubblici, molti cittadini hanno preferito usare l’auto, generando lunghe code nelle arterie principali. Il traffico si è intensificato già dalle prime ore della mattina, con forti rallentamenti lungo la tangenziale Sud, specialmente nel tratto tra lo svincolo di Brescia Centro e l’uscita per la tangenziale Ovest. Ulteriori ingorghi sono stati registrati anche a Urago Mella, contribuendo a una situazione di congestionamento su larga scala in città e nelle aree limitrofe.

Le ragioni della protesta

Il sindacato denuncia un sistema in crisi e chiede un miglioramento delle condizioni lavorative. A proclamare lo sciopero sono state diverse sigle, tra cui Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil, Faisa Cisal, Ugl Fna e altri sindacati minori. I lavoratori rivendicano l’urgenza di una riforma del sistema che garantisca un servizio più efficiente e rispettoso dei diritti dei lavoratori e delle esigenze della cittadinanza, mirando anche a promuovere una maggiore sostenibilità ambientale.

Nella lettera ufficiale, i sindacati ricordano che l’assenza di interventi e la mancanza di dialogo con le istituzioni lasciano come unica alternativa lo sciopero, per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi del settore e coinvolgere le autorità competenti. “Chiediamo un contratto rinnovato e condizioni di lavoro migliori,” si legge nella dichiarazione, sottolineando che l’obiettivo è fornire un servizio pubblico adeguato alle necessità della popolazione, che può migliorare solo attraverso una riforma strutturale del settore e investimenti mirati.

Tagli e carenza di personale: un problema irrisolto

I sindacati riportano una lunga serie di criticità, tra cui riduzioni nel finanziamento pubblico e una carenza crescente di personale. Dal 2010, il Fondo Nazionale per il trasporto pubblico locale ha subito ingenti tagli, senza alcun aggiornamento che tenesse conto dell’inflazione, costringendo il settore a far fronte a una cronica mancanza di risorse. A questo si aggiunge l’assenza di contributi significativi da parte delle Regioni, che raramente sono intervenute con finanziamenti e politiche di supporto.

Di conseguenza, le condizioni lavorative sono peggiorate, con un progressivo calo dei salari reali e una riduzione dei servizi. A ciò si aggiunge il crescente problema delle aggressioni ai danni del personale, che hanno contribuito a una diminuzione del numero di autisti in attività, stimata tra il 10% e il 15%. Si calcola che attualmente mancano oltre 10.000 autisti per garantire non solo il servizio ordinario, ma anche quello minimo essenziale. Secondo i sindacati, le aziende di trasporto non hanno sviluppato piani a lungo termine per affrontare questa crisi, preferendo soluzioni di breve termine come la richiesta di maggiore produttività e flessibilità da parte dei lavoratori.

Verso una riforma condivisa del settore

Per i rappresentanti sindacali, lo sciopero è una “legittima vertenza” sostenuta da proposte concrete e in linea con le necessità della cittadinanza e dei lavoratori. La richiesta rivolta al Governo e alle associazioni datoriali è di avviare una riforma strutturale del trasporto pubblico locale, migliorando così la qualità del servizio per gli utenti e offrendo un ambiente di lavoro dignitoso per i dipendenti. Con una chiusura decisa, la lettera sindacale sottolinea che “le nostre ragioni sono le ragioni di tutti”, invitando la politica e le istituzioni a prendere seriamente in considerazione le rivendicazioni presentate.

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