Prandelli di Lumezzane chiude dopo 125 anni di storia: 53 dipendenti licenziati

La storica azienda bresciana, specializzata in tubi e raccordi, si arrende dopo una crisi finanziaria che ha portato a debiti per oltre 14 milioni di euro

Dopo 125 anni di attività, la Prandelli di Lumezzane, uno dei nomi storici nella produzione di tubi e raccordi, ha chiuso definitivamente i battenti. Un’annata segnata da una grave crisi economica ha portato alla cessazione dell’attività e al licenziamento di 53 dipendenti, per i quali è stata avviata la procedura di Naspi (indennità di disoccupazione). La notizia della chiusura definitiva è stata confermata dal Giornale di Brescia, ponendo fine a settimane di incertezze e rumors.

Una lunga crisi

La fine della Prandelli non arriva come un fulmine a ciel sereno. Il declino dell’azienda aveva già preso piede nei mesi precedenti, con la società che aveva tentato una serie di soluzioni per risollevare la propria situazione. A metà ottobre, la Prandelli aveva avviato una procedura di concordato semplificato, con l’obiettivo di ristrutturare il debito. Tuttavia, questa soluzione non ha portato ai risultati sperati, confermando una situazione ormai insostenibile.

Il concordato semplificato prevedeva, tra le altre cose, la vendita di beni come terreni, immobili e partecipazioni in aziende estere per un totale di circa 7,3 milioni di euro. Nonostante un’offerta per la vendita di Prandelli Polska, la controllata polacca, il piano non è riuscito a garantire la continuità dell’azienda. I debiti accertati superano i 14 milioni di euro, mentre il fatturato del 2023 è crollato a soli 12,3 milioni, rispetto ai 22,5 milioni dell’anno precedente.

L’eredità di Prandelli

Fondata nel 1899, l’azienda di Lumezzane è stata per decenni un punto di riferimento nel settore della produzione di tubi e raccordi in plastica. Prandelli è stata anche la prima azienda italiana a produrre il tubo multistrato, una pietra miliare nel settore idraulico. La società aveva impianti produttivi distribuiti su più di 18.000 metri quadrati, con stabilimenti in Italia, Polonia e Portogallo.

Nel corso della sua lunga storia, l’azienda ha saputo affermarsi a livello nazionale e internazionale, diventando un nome noto nel panorama delle materie plastiche. L’ingresso nei mercati esteri, con filiali in Polonia e Portogallo, aveva aperto nuove opportunità per il business, ma la crisi globale, accentuata dalla pandemia e dall’aumento dei costi di produzione, ha messo in difficoltà anche questa storica realtà.

Il futuro per i dipendenti

Per i 53 lavoratori che hanno perso il posto, la strada verso una nuova occupazione si presenta difficile. Il piano di concordato non ha permesso la salvaguardia dell’occupazione, e la chiusura definitiva dell’azienda ha sancito la fine di una lunga era per la città di Lumezzane, dove la Prandelli rappresentava uno dei principali motori economici.

Con la chiusura dei cancelli, l’azienda lascia dietro di sé non solo un patrimonio industriale, ma anche una grande tradizione, che ha visto la collaborazione tra le famiglie Prandelli e Franzoni guidare l’impresa fino ai giorni nostri. L’addio di Prandelli è il simbolo di un’industria che, nonostante la lunga storia, non è riuscita a superare le sfide imposte da un mercato sempre più competitivo.

Una chiusura che segna la fine di un’epoca

La fine della Prandelli di Lumezzane è un duro colpo per l’economia locale, ma anche per l’intero settore della plastico industria. Sebbene gli sforzi di ristrutturazione siano stati ingenti, l’azienda non è riuscita a rimanere competitiva. Questa vicenda segna un altro capitolo della difficile transizione che molte realtà industriali italiane stanno affrontando nel panorama economico attuale.

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