Il primo trimestre del 2025 restituisce un quadro economico a due velocità per la provincia di Brescia, con un settore dei servizi in moderata crescita, mentre industria, artigianato e commercio registrano segnali di rallentamento preoccupanti. È quanto emerge dall’indagine congiunturale realizzata dal Servizio studi della Camera di commercio di Brescia e presentata ieri da Regione Lombardia e Unioncamere, nell’ambito del monitoraggio sull’economia lombarda.
A trainare l’economia locale è il terziario, con un aumento del fatturato dello 0,9% e un netto incremento delle assunzioni pari al 5,9% rispetto all’ultimo trimestre del 2024. A sostegno del clima di fiducia, oltre l’80% degli imprenditori prevede stabilità per i prossimi mesi, mentre uno su dieci si aspetta un aumento del fatturato. Una fiducia che, tuttavia, non riesce a compensare le difficoltà degli altri comparti.
La produzione industriale, infatti, registra l’ottavo calo consecutivo, con una flessione dell’1,1% su base annua e dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. Un trend negativo che riflette la crisi del mercato tedesco, destinazione del 17,3% dell’export bresciano, e l’instabilità legata alla politica dei dazi statunitensi. «Il contesto globale resta fragile e incerto – spiega Roberto Saccone, presidente della Camera di commercio – e la nostra economia fatica a riprendere slancio, nonostante qualche segnale di contenimento del calo».
Anche l’artigianato segue una traiettoria simile, segnando un decremento dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e del 2% su base annua. Tra i settori in crescita spiccano pelli e calzature (+12,6%), tessile (+11,7%), legno-mobilio (+3,6%) e alimentare (+1,7%), mentre pesano i risultati negativi di siderurgia (-5,5%), minerali non metalliferi (-4,6%), carta e stampa (-4,1%) e meccanica (-3,7%). Il bilancio complessivo segna un calo dell’1,3% del fatturato, dell’1,2% degli ordinativi e dello 0,3% dell’occupazione.
Non va meglio al commercio, che torna a registrare una contrazione del fatturato dello 0,4%, la prima dal gennaio 2021, anche se le nuove assunzioni continuano a crescere. Un segnale in chiaroscuro che riflette il clima di incertezza dei consumatori, frenati da un’inflazione ancora percepita e da prospettive economiche poco stabili.
Nonostante ciò, l’andamento del primo trimestre del 2025 risulta meno grave rispetto allo stesso periodo del 2024, suggerendo che i picchi negativi potrebbero essere superati. A fornire una parziale iniezione di fiducia, il calo dei costi delle materie prime e il piano tedesco da 500 miliardi di euro per investimenti infrastrutturali nei prossimi 10 anni, che potrebbe rilanciare l’export lombardo.